I PROMOTER UNITI CONTRO LA LEGGE BATTELLI

Scritto da il 9 Luglio 2019

“In quarant’anni che faccio questo mestiere non mi era mai capitato di vedere tutta la categoria così riunita. Una cosa positiva Battelli in fondo l’ha fatta”.

Potrebbe bastare questa uscita di Mimmo D’Alessandro a riassumere la surreale atmosfera della conferenza stampa straordinaria, promossa da Assomusica, che ha avuto luogo lunedì 8 luglio al Westin Palace di Milano. La ragione di un simile ritrovo è la presa di posizione netta e coesa, per quanto in colpevole ritardo (ammetteranno tutti i presenti di aver sottovalutato la portata della questione), contro la Legge Battelli. Il testo prevede l’introduzione del biglietto nominale, compresi gli omaggio, per tutti gli eventi di musica popolare superiore ai 5000 ingressi. L’obbiettivo sarebbe disincentivare il diffusissimo, non solo da noi, fenomeno di secondary ticketing, vera piaga di questo settore.

Benché all’apparenza possa risultare una norma non impattante, i più importanti promoter d’Italia, all’unisono, hanno raccontato, non senza rabbia e frustrazione, la loro verità. Questo provvedimento nel corso della conferenza stampa è stato definito demagogico, oltre che punitivo e ad hoc (restano indenni i parchi giochi ed acquatici, le giostre, ma anche i comic festival e i carnevali), destinato in ogni modo a danneggiare il pubblico e non chi compie il reato, ossia siti web ancora liberamente operativi. Per mezzo di un simil stato di polizia, che stona con la spensieratezza che dovrebbe stare dietro a questi eventi, si limita infatti la libertà di espressione e di fantasia delle persone. Significativa in tal senso è la presenza in segno di solidarietà di Francesco Cattini (International Music & Arts), non toccato dalla Legge perché non operante nella musica leggera. A tal proposito, è stato portato un dato: da quando La Scala ha introdotto il nominale, gli ingressi sono diminuiti del 40%.

Diversi saranno gli effetti collaterali, tra cui: un aumento del costo dei biglietti, un forte disincentivo all’acquisto e lunghissime code all’ingresso (la tendenza più recente, complice l’allargamento dei concerti anche alle fasce meno giovani della popolazione, è una grande richiesta di posti numerati e conseguente arrivo in loco in prossimità dell’evento). Ancora, la riduzione della durata delle operazioni di produzione e di controllo da parte della commissione di vigilanza (con conseguente rischio di risultare meno competitivi con quelle internazionali, tanto imponenti e suggestive, quanto complesse e lunghe da montare), ma anche problemi nel rivendere all’occorrenza il biglietto, essendo sconosciuti costi e tempistiche di una simile operazione.

Un’altra triste parentesi ha a che fare con ciò che accadde due anni fa, quando dopo le inchieste de Le Iene e di Striscia La Notizia, il fenomeno del secondary ticketing, già noto agli addetti ai lavori, venne fatto conoscere a tutta la nazione indebolendo autorevolezza e coesione della categoria. Dal 1° gennaio 2017, sarebbe stato compito dell’AGCOM, rimasta invece immobile, e contro cui Assomusica, Codacons, ma anche i promoter e persino TicketOne, hanno fatto perciò un esposto, occuparsi di oscurare questi siti, come confermato dal Senatore Rampi, presente in sala. Non è ancora detta l’ultima parola però. Nelle prossime settimane infatti a Roma verranno discussi, tra gli altri, due emendamenti ed è vitale che almeno uno venga approvato: o l’annullamento totale o almeno la proroga della legge Battelli. Altrimenti, sempre lo stesso D’Alessandro arriva a ipotizzare una compatta disobbedienza.

Per concludere, risulta doveroso ricordare che il mondo della musica dal vivo in Italia si regge sulle proprie gambe, non ricevendo alcun tipo di pubblica sovvenzione e, complice anche la simultanea crisi della discografia, gode di buonissima salute. È in crescita dal 2012, con un trend del +7/8% annuale. Siamo il sesto paese al mondo per giro d’affari in questo settore, a parimerito col Canada. E se è vero che è aumentata la domanda, è ancor più vero quanto in questa torta ora mangino stabilmente artisti, quali Trap o Indie, ai quali fino a poco fa sembrava non essere concesso banchettare. Artisti tutti, eccetto forse Cesare Cremonini, colpevoli anch’essi di aver finora taciuto. Ancor più grave è evidenziare come gli eventi annunciati e acquistabili dopo il 1° luglio, come per esempio Sting a Milano, risultano già in re-selling. A sentire i promoter, dunque, la legge Battelli ha già perso dopo solo una settimana di vita.

Fabio Sorrenti


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