Myths of the near weekend – Chapter 5
Scritto da BocconiADMIN il 12 Novembre 2016
Benvenuti alla quinta edizione di Myths of The Near Weekend, il vostro appuntamento fisso con le novità degne di nota e la musica da non perdere. Dall’ultima volta che ci siamo sentiti, sono successe un sacco di cose: Trump alla Casa Bianca; secondary ticketing infame; il Bataclan riapre con Sting; i Muse vogliono fare hip-hop; Mr Robot (Rami Malek) impersonerà Freddie Mer… wait what? I Muse vogliono fare hip-hop? Ma cosa…
Tante cose, dicevamo. In tutto questo, abbiamo della musica di cui parlarvi:
- The xx, On Hold: giovedì 10 novembre è uscito – finalmente, aggiungeremmo – il nuovo singolo di Jamie xx, Oliver e Romy. Già dal primo ascolto si nota una direzione nuova del gruppo che, a più di 4 anni da Coexist (2012), ha adottato un approccio fresco che li ha portati, secondo la critica, a sonorità “più apert[e] nei confronti del mondo e più coral[i]”. Ne riparleremo il 13 gennaio 2017, all’uscita di I See You.
- SOHN, Conrad: Dopo il brillante disco di debutto Tremors, SOHN torna sulle scene con un nuovo singolo in attesa di Rennen, il nuovo disco in uscita a gennaio. Il brano, catchy quanto basta, è caratterizzato da una base ritmica fatta da oggetti di uso quotidiano, come utensili da cucina e bottiglie di vetro. Il tutto condito da un tappeto di Moog, che non è mai abbastanza.
- Salmo, Don Medellín: Il riff di chitarra elettrica di 1984 e le basi dubstep dei primi lavori. Il rapper sardo ci ha sempre abituati a suoni che esulano dal solito rap. Il nuovo pezzo è un interessante miscuglio tra un classico beat e un motivo Delta blues. Il testo parla di droga, ma non riesce a discostarsi dal Salmo che (ahimé) conosciamo: grande musicalità delle parole, poco significato. Resta uno dei migliori rapper italiani, secondo la personale opinione dell’autore (Antonio D’Amato, ndr).
- Milky Chance, Cocoon: come il titolo del nuovo singolo – il primo dopo 3 anni di inattività musicale – suggerisce, il duo tedesco ha usato questo periodo per uscire dal bozzolo, riscoprirsi e ritrovare “un luogo di serenità” da cui ripartire per una nuova avventura. Il sound sembra essere una versione più matura di ciò che hanno proposto con successo in Sadnecessary (2013). Ah, date anche un’occhiata al video: abbastanza inquietante e fortemente simbolico.
Oggi, inoltre, è uscita su Spotify “Harry Patch (In Memory Of)” dei Radiohead, rilasciata nel 2009 come singolo scaricabile e dedicata all’ultimo veterano ancora in vita (all’epoca dei fatti) della prima guerra mondiale, registrata in un’abbazia, una sorta di trenodia fatta di voce e archi. On a lighter note, ci sembra doveroso ricordare, visto che questa sera su Italia 1 potrete rivedere per l’ennesima volta quel gran filmone che è “Harry Potter e il Calice di Fuoco”, che Jonny Greenwood e il batterista Phil Selway (dei Radiohead, ndr), insieme ad altri artisti, compaiono nel film come membri della rock band The Weird Sisters, nella scena dello Yule ball a Hogwarts. E abbiamo detto tutto.
Vogliamo concludere con le nostre chicche per il weekend:
- The 1975, If I Believe You: Sono una delle band indie pop più conosciute. Ci hanno fatto ballare sulle note di pezzi come Girls, Chocolate e The Sound. I The 1975, tuttavia, sono anche altro. Nell’ultimo disco I Like It When You Sleep, for You Are So Beautiful Yet So Unaware of It, ci si interroga sulla fede in un brano emozionante, profondo e musicalmente complesso. La maestria con cui la pop band inglese scava nella propria intimità è degna di nota, e dimostra di riuscire ad andare oltre le sonorità più commerciali con cui l’abbiamo conosciuta.
- Leonard Cohen, Suzanne: potremmo spendere mille e più parole e ancora non renderemmo giustizia a L.C., perciò non diremo alcunché. Vogliamo solo darvi il punto di partenza: Suzanne. Partite da qui per immergervi a (ri)scoprire il mare profumato della sua poesia.
Sit tibi terra levis
A cura di Luca Stanus Ghib e Antonio D’Amato