PREMIO TENCO 2020: IL LINGUAGGIO ERMETICO CHE DIVENTA MUSICA
Scritto da Redazione Radio Bocconi il 22 Dicembre 2020
Andrà in onda su Rai 3 lunedì 28 dicembre, in seconda serata, l’edizione 2020 del Premio Tenco. Quest’anno si tratterà di un’edizione particolare rispetto alle solite: a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ci saranno speciali riprese fatte in location particolari in giro per l’Italia (Napoli, Roma) e interventi dedicati direttamente dall’Ariston di Sanremo.
Indipendentemente dalla forma assunta dalla rassegna quest’anno, i premi e le targhe sono il fulcro del pensiero del Club Tenco: premiare il linguaggio poetico della canzone italiana. In particolare, i due artisti a cui sono stati assegnati i due premi, Vasco Rossi e Sting, hanno dimostrato di saper esprimere la poesia ermetica nel loro linguaggio dall’anima rock, pur discostandosi dalla tradizione cantautorale italiana comunemente intesa. A tal proposito, queste le motivazioni dei Premi ai due artisti.
Per Vasco Rossi: “Non si tratta solo di una vita dove non arrivano gli ordini ad insegnarti la strada buona. Di spericolato e continuamente provocatorio c’erano quelle parole semplici capaci di rifondare il linguaggio poetico del rock e quella voce capace di parlare direttamente alla pelle. Per mostrarci, senza tante teorizzazioni, come, attraverso l’emozione momentanea della parola e l’evocazione del suono, sia possibile raccontare le proprie emozionanti vicende quotidiane trasformandole magicamente in esperienze collettive”.
Per Sting: “Irrompendo sulla caotica scena della musica punk, se ne è ben presto distaccato imponendo canzoni dall’inconfondibile personalità, basate su costruzioni armoniche raffinate, sonorità limpide e testi accattivanti. Ha saputo conferire alla musica rock i crismi e i fascini della classicità”.
Inoltre, il Premio per l’operatore culturale è andato a Vincenzo Mollica: “Funambolo della notizia, con vista da rapace, ha saputo individuare ogni minimo segnale proveniente dal magmatico mondo della canzone d’autore. E ne ha sempre colto, con immediatezza e puntualità da far impallidire ogni cittadino elvetico, il valore artistico e la potenziale importanza mediatica. Multisensoriale dell’arte, ha voluto sempre fondere la magia dell’ascolto alle evocazioni del mondo delle immagini, provenissero dal palcoscenico, dal cinema o dalle arti figurative. Senza di lui, anche il Club Tenco non avrebbe conosciuto ed esplorato la vasta geografia degli incontri artistici che hanno caratterizzato la sua storia”.
Un’altra importante novità dell’edizione di quest’anno è l’introduzione del Premio GrupYorum, in omaggio all’omonima band turca perseguitata dal regime di Erdogan, di cui tre membri sono morti dopo quasi un anno di sciopero della fame. Il Premio, simbolo di difesa alla libertà di espressione, quest’anno è assegnato all’egiziano Ramy Assan con la seguente motivazione: “Grazie anche alla canzone Vattene rivolta a Mubarak, è stato l’emblema musicale delle manifestazioni del 2011 in piazza Tahrir al Cairo, durante le quali è stato anche arrestato e torturato. È stato oppositore sia del governo islamista Morsi e, dopo il tentativo di costui di impadronirsi dei pieni poteri attraverso una riforma costituzionale, anche di quello del generale golpista al-Sisi. Le continue canzoni contro la censura e le repressioni lo hanno costretto nel 2014 all’esilio, da dove ha continuato a battersi in difesa degli oppositori arrestati, tra cui il regista Shady Habash, morto nelle carceri egiziane due anni dopo l’arresto, mentre era ancora in attesa di processo”.
È intervenuto poi anche l’assessore al turismo e allo spettacolo del comune di Sanremo Giuseppe Faraldi, che ha definito la rassegna come “una pietra preziosa da incastonare nel diadema di tutte le pietre preziose che corollano l’informazione musicale nella città di Sanremo”, proprio per evidenziare la volontà dell’amministrazione di riconfermare Sanremo città della musica e renderla un punto focale per l’arte non solo in Italia, ma anche nel mondo.
La dicotomia, quindi, tra la rassegna organizzata dal Club Tenco e il Festival di Sanremo, sembra del tutto apparente e forse solo figlia di un pregiudizio sbagliato del passato. Se è vero che in passato il Club ha prediletto una musica d’autore più elitaria e il Festival, invece, una più leggera e popolare, è anche vero che nel corso del tempo tale divergenza è andata via via scemandosi. Emblematico è proprio il caso del Festival di Sanremo del 2021 che, dopo l’annuncio dei big in gara avvenuto la settimana scorsa, si presenta aperto all’indie e alla musica di ‘nicchia’.
Tra gli interventi, rilevanti quelli di Tosca e Brunori Sas a tal proposito. Tosca, ricevute due targhe come miglior interprete e miglior canzone, si dice soddisfatta di aver avuto riconoscimenti sia dal Festival sia dalla parte più critica del Premio Tenco, come se anni e anni di lavoro, rinunce, crescita culturale e personale, avessero avuto il loro coronamento proprio con tali premi. “Ho imparato che la coerenza e la pazienza sono gli elementi più importanti per qualsiasi lavoro”, dice Tosca, rilasciando anche complimenti ad Amadeus per essere un direttore artistico che mette al centro la musica ed eventualmente dopo la derivazione economica, non il contrario.
Brunori si mostra riconoscente per la targa ricevuta come miglior album perché, parlando del suo progetto musicale, ha avuto la conferma di aver reso chiaro l’intento dell’album: creare un sistema olistico, una narrazione che si sviluppasse per gradi, canzone dopo canzone. Inoltre, Brunori approva la commistione tra generi e idee di questi ultimi anni, promossa dal Festival di Sanremo e dal Premio Tenco, perché bisogna uscire dalla ‘gabbia dorata’ che certi artisti per presunzione (e per paura di uscire dalla propria comfort zone, aggiungerei io) creano attorno al loro ambiente. E alla domanda: “Ci sarà la possibilità di vederti nella serata dei duetti?”, lui ride e dice che ancora non gli è arrivata nessuna chiamata, ma non si tirerebbe indietro, quindi attende.
Infine, le parole di Antonio Silva, storico presentatore del Premio Tenco, esplicano, a mio parere, il messaggio che il Club Tenco e il Festival ultimamente vogliono promuovere. Egli, infatti, utilizza una celebre metafora spiegata da Kant nella Critica della Ragion Pura: anche colomba che si libera nell’aria si lamenta di quell’attrito che sembra frenare il suo volo, senza comprendere che è solo grazie a quell’attrito che riesce a volare.
Esiste, quindi, un attrito tra le due manifestazioni? È davvero necessario distinguere la musica per generi, intenti, autori? Può mai l’arte, espressione libera del proprio essere, essere etichettata e confinata in schemi mentali? A mio parere, la risposta la conosciamo già.
Caterina Nastasi