LA SAD A SANREMO 2024 CON “AUTODISTRUTTIVO”

Scritto da il 10 Febbraio 2024

Sono Plant, Fiks e Theø i membri de La Sad che abbiamo visto entrare in sala stampa con la solita energia che li distingue.

Il gruppo pop punk è nato nel 2020, e da allora hanno lavorato sodo sul loro progetto, fino ad arrivare al primo grande concerto nel 2022 all’Alcatraz di Milano, quando hanno avuto il primo approccio con un grande pubblico, e dove hanno capito che stavano facendo sul serio.
Poi, con l’uscita del loro primo album e il disco d’oro del singolo Toxic, c’è stato il vero cambiamento: il pubblico ha smesso di fermarsi solo alle apparenze, come i capelli stravaganti, i tatuaggi o le giacche di pelle, ma è riuscito a vedere il messaggio che vogliono trasmettere.
I ragazzi non si fermano di certo qua: hanno da poco annunciato il loro prossimo tour di dieci date (cui probabilmente se ne aggiungeranno altre) che comincerà il 19 Giugno a Roma, e prevedono l’uscita di un album a breve.

Il brano che La Sad propone al Festival di Sanremo 2024 si chiama Autodistruttivo, e vuole dare voce a chi trova nella fuga l’unica alternativa possibile, facendo riferimento al disagio che vivono le nuove generazioni, che con difficoltà riescono ad esprimere il loro essere diversi. Disagio che Plant, Fiks e Theø stessi hanno passato e da cui sono riusciti a uscire in parte grazie alla musica.
Il loro consiglio è, infatti, di trovare quel qualcosa che possa far imboccare la strada per uscire dal tunnel, per loro è stata la musica, ma ogni percorso è diverso, e ognuno deve trovare il proprio.

Ieri sera si sono esibiti con Donatella Rettore, icona pop degli anni ’80, in una versione tutta punk di Lamette. Già da tempo, infatti, la band voleva iniziare una collaborazione con la cantante e, nel momento in cui il gruppo ha saputo della partecipazione al Festival, ha subito pensato a lei, perché un pezzo come il suo, a detta loro, “ha un significato molto profondo che va oltre i toni ironici della canzone, e soprattutto, dà supporto al testo di Autodistruttivo in quanto un grido generazionale di quegli anni”.
D’altronde chi, meglio di lei, poteva accompagnarli sul palco?


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