INTERVISTA ROVERE BAND CON LORENZO DETTO STIVA
Scritto da Redazione Radio Bocconi il 11 Maggio 2021
Radio Bocconi ha avuto il piacere di intervistare un membro della band bolognese rovere (rigorosamente in minuscolo!), nata nel 2016 e formata da Nelson Venceslai, Marco Paganelli, Luca Lambertini, Lorenzo Stivani, Davide Franceschelli.
Alle loro spalle ci sono già un EP “ultima stagione” ed un debut album “disponibile anche in mogano”, entrambi rilasciati nel 2019. #Tip: se avete bisogno di una carica di buon umore, ascoltateli!
Dopo il successo avuto con “freddo cane”, brano in collaborazione con Mameli (quasi 850.000 ascolti su Spotify), il 30 aprile la band bolognese ha rilasciato una nuova collaborazione, questa volta però con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. “bim bum bam” è una canzone che incarna perfettamente la nostalgia di un’infanzia ormai lontana, un richiamo alla spensieratezza e sarà Lorenzo Stivani, detto anche Stiva, a raccontarcela nel dettaglio.
Inoltre, è già in programma un nuovo tour a partire dal 3 Marzo 2022, che passa per i migliori club di tutta Italia, come Alcatraz di Milano (27 Marzo), concludendosi sul palco dell’Estragon (30 Marzo), a Bologna. Il tour accompagnerà l’uscita del loro prossimo nuovo album.
No more spoiler! Buona lettura.
Stiva: “Sono molto emozionato perché non faccio dirette Instagram da molto tempo! Comunque mi ricordo che, con la scorsa band, la prima volta che uscimmo da Bologna per venire a Milano, era per andare a suonare a Radio Bocconi, nel 2012. Eravamo dei ragazzini, 3 componenti dei 5 dell’attuale gruppo. Una bellissima realtà e speriamo di tornarci molto presto”.
Speriamo di rivedervi presto magari in vista del vostro prossimo nuovo tour. Suonerete all’Alcatraz di Milano, è sicuramente un bel riconoscimento!
Stiva: “Infatti siamo un po’ emozionati, per dirla in modo elegante!”
Parlando del vostro nuovo singolo, “bim bum bam”, di cui oggi alle 14.00 è uscito anche il video, volevamo chiederti in primis se siete emozionati per questa nuova uscita. A chi è venuta l’idea? Com’è stato prodotto il videoclip?
Stiva: “Mi hai fatto tantissime domande! Allora partiamo: la canzone è stata scritta tanti mesi fa, era in cantiere da parecchio tempo ed avevamo scritto il ritornello e la musica, però c’erano delle cose che non ci convincevano molto. Poi abbiamo fatto sentire la canzone a Riccardo Zanotti, dei Pinguini Tattici Nucleari, che era molto contento ed interessato, ci ha aiutato a scrivere le strofe ed ha dato anche un mood leggermente diverso alla canzone. Abbiamo collaborato con lui già diverse volte ed è stato molto bello collaborare con lui ancora una volta. Abbiamo anche avuto la possibilità di collaborare con Michele Stella e Nicola Bussei, che si sono occupati della produzione e della regia di questo nuovo video, di cui siamo veramente molto entusiasti!”
Il testo di “bim bum bam” parla di spensieratezza e, forse, i bambini stessi sono gli esseri umani più spensierati. Nel video della canzone c’è un mostro di erba che gioca con i bambini… è una metafora per ricondurre la spensieratezza fanciullesca all’armonia con la natura?
Stiva: “Il videoclip può avere diversi tipi di lettura. Questo mostro che compare può essere interpretato in maniera molto personale in diversi modi. Ad esempio, la parte della natura che tu hai colto, nella mia versione ha un ruolo marginale, ma è bello che tu abbia colto quest’immagine. Dal mio punto di vista, quel mostro è l’essere adulto; appare un mostro agli occhi dei bambini, che non capiscono bene le fattezze, i movimenti, i bisogni, le necessità, ma ne sono incuriositi. Nel video, i bambini scimmiottano un po’ l’essere adulti: provano a cucinare, provano a truccarsi, provano a fare cose da grandi, anche quando non sono grandi. Questo è un po’ il messaggio che ci siamo sentiti di scrivere in questa canzone: il fatto di avere una gran fretta di crescere e diventare grandi, per poi, una volta diventati grandi, sognare di tornare indietro! Questo è un po’ quello che ci ha ispirato”.
È un bellissimo messaggio. Soprattutto in questo periodo, dove noi giovani siamo abbastanza nostalgici, essendoci stata tolta una parte della nostra adolescenza. Il video, la canzone, hanno entrambi grandi influenze anni ’80 e ’90, nell’immaginario e nelle sonorità. In quegli anni andava in onda il programma per bambini omonimo “Bim Bum Bam”, condotto da Paolo Bonolis e il pupazzo Uan. In qualche modo vi siete ispirati a questo programma? Lo guardavate da bambini?
Stiva: “In realtà il concetto di bim bum bam è nato in una sessione di scrittura tra di noi ed inizialmente era legato ad un’altra questione che non c’entra assolutamente niente con il programma: era una questione di informazione. Rispetto agli anni ’90, adesso non c’è un punto di riferimento come il programma televisivo “Bim Bum Bam”, visto da tutti i bambini ad una determinata ora dopo scuola. Ora c’è YouTube, ci sono mille canali di intrattenimento, un universo immenso. E questo porta al fatto che, oltre gli adulti, anche un bambino è bombardato da informazioni e da cose da vedere, che ti attraggono seduto a casa. Io gli avevo dato una versione forse anche un po’ negativa, nel senso che ci fosse un effettivo bombardamento di informazioni. Poi in realtà, metabolizzando il pezzo dopo diversi mesi a casa, ci siamo resi conto che era carina anche l’altra lettura e ci è piaciuto fare questa contrapposizione”.
Per quanto riguarda la collaborazione con Mameli, il 12 febbraio è uscita la vostra canzone “freddo cane”, è stata la vostra prima collaborazione?
Stiva: “Noi, come gruppo, abbiamo già collaborato con altri artisti, in particolare con Riccardo Zanotti e abbiamo un featuring con i Legno. Questo è il primo featuring che noi abbiamo chiesto ad un altro artista in via ufficiale. È stata una cosa molto simpatica perché è nata in modo casuale! Nelson, il nostro cantante, è molto simile fisicamente a Mameli ed in direct su Instagram ci arrivarono all’improvviso tantissimi messaggi dove i nostri fan ci proponevano un pezzo insieme per la loro somiglianza… ma davvero tanti! Ad un certo punto ci siamo sentiti, perché noi avevamo questa canzone, “freddo cane”, e ci mancava una strofa per concluderla. Avevamo scritto 50 strofe ma nessuna ci piaceva, allora abbiamo pensato che forse era il momento di collegare le stelle e farla fare a lui! Gli abbiamo fatto sentire il pezzo su Zoom e gli è piaciuto un sacco, nonostante fosse lontana da lui come songwriting e produzione. Così è nata “freddo cane” ed è stata una bellissima esperienza! Ci siamo conosciuti in studio di registrazione, quindi non c’è una conoscenza pregressa di anni, di concerti e birrette. Questa è un po’ la cosa strana che stiamo vivendo in questo periodo, ma la musica si è dimostrata, anche questa volta, più forte e vogliosa di andare avanti ed aprire le porte. Ci piacerebbe cantare insieme anche in tour, se avrà piacere e se avrà possibilità di farlo. Speriamo di toglierci qualche soddisfazione anche con il Mame!”
Invece l’idea iniziale di “freddo cane”, con queste vibes molto summertime sadness, com’è nata?
Stiva: “Guarda, l’idea è nata in un posto preciso: Vipiteno. Eravamo lì, prima che tutto questo accadesse, prima del Covid, il weekend prima. Ci siamo chiusi in questa casa di montagna per 4 giorni per scrivere. Avevamo un po’ di musiche che avevamo buttato giù mesi prima, ma non trovavamo ancora il tempo per fermarci un attimo e scrivere i testi. Noi scriviamo molto spesso insieme. Il secondo giorno venne fuori “freddo cane”, proprio come la sentite adesso. Abbiamo modificato qualche parola, tolto la seconda parte che non ci piaceva, abbiamo scritto il ritornello e tutto il resto. Ci affascinava l’idea di far uscire un po’ quel freddo che sentivamo in quella casa, c’era la neve, dicevamo sempre “ma che freddo cane”! Alla fine, l’esperienza di vita si è trasformata in una canzone. La canzone voleva parlare del disagio di quando non ci si sente accolti né nella propria abitazione, per tutti i problemi che ci possono essere nella propria vita, né all’esterno, come quando si finge di essere felici ad una festa quando in realtà non si ha voglia. Tutto ciò ti porta a rimanere fra questi due posti a metà strada, sottozero, fermi. Cosa che poi dopo siamo riusciti a ricollegare al periodo che abbiamo vissuto, ed è diventata anche attuale, anche dopo che è uscita”.
Infatti, ascoltandola, abbiamo pensato fosse stata scritta post-Covid. È nata in un distanziamento sociale prematuro! Sappiamo che avete un tour in programma l’anno prossimo e che accompagnerà l’uscita di un nuovo album. L’album è già finito o è ancora in produzione?
Stiva: “Noi stiamo lavorando tanto a questo nuovo disco, che ci sta accompagnando ormai in notti insonni da diversi mesi, da più di un anno. Abbiamo tante canzoni che ci piacciono, ma abbiamo ancora qualche dubbio, vogliamo ancora modificare qualcosina, dobbiamo ancora registrare determinate cose. Quindi siamo a buon punto, ma ci vuole ancora qualche mesetto per mettere la ciliegina. Avendo avuto un affetto molto importante con il nostro primo disco, ci teniamo che il secondo sia il meglio che possiamo dare in questo momento. Stiamo scrivendo tante canzoni, per avere una vasta scelta, in modo tale da decidere quali inserire e di cosa parlare nel prossimo disco. A me piace molto, sono molto soddisfatto del lavoro che stiamo facendo! Abbiamo trovato anche Matteo Cantaluppi, che è il produttore di “bim bum bam” e “freddo cane”. Ci siamo trovati davvero tanto bene e ha fatto un ottimo lavoro, è una persona molto preparata e molto aperta a lavorare con le band. Speriamo di poter collaborare in futuro ancora con lui e anche di poter cantare questo nuovo disco nel tour di Marzo 2022!”
Lo speriamo tutti! In questo periodo di crisi generale, se vogliamo anche musicale, com’è stato produrre musica? Come siete riusciti a trovare l’ispirazione ed organizzarvi?
Stiva: “È stato molto difficile, perché noi eravamo abituati a lavorare in un modo completamente diverso e ci siamo dovuti reinventare. Inizialmente è stato molto complicato, anche dal punto di vista motivazionale. Nelle canzoni abbiamo sempre parlato della nostra vita, di quello che abbiamo vissuto. E ad un certo punto il vissuto è niente, stare in casa. Poi qualcosa dentro di noi è cambiato e abbiamo cercato di approfittare della situazione. Facevamo delle call su Discord/Telegram, ci sentivamo praticamente tutti i giorni e ogni giorno c’era qualche nuova idea. Uno di noi la pubblicava e tutti gli altri la modificavano a giro, così sono nate tantissime canzoni. Un esempio è “mappamondo”, uscita l’anno scorso. Io avevo scritto una canzone con la chitarra, anche se non so suonarla. Marco ne era entusiasta e ha riscritto la musica, Nelson ha scritto le strofe, io ho scritto un pezzo di ritornello e così anche gli altri. È stato un lavoro collettivo, anche se un modo di collaborare diverso. Abbiamo la fortuna che Marco, il nostro batterista, sa suonare tutti gli strumenti e questo ci apre molto anche sulla scrittura dei testi. È bello l’aspetto del gruppo proprio perché ci si influenza tanto”.
Quindi ogni brano non ha una penna, una sola mano.
Stiva: “Può anche accadere. In “soli come a bologna”, Luca ha presentato il brano e noi non abbiamo cambiato una virgola perché ci piaceva tantissimo! Abbiamo aggiunto gli strumenti, l’abbiamo prodotta in studio modificando qualcosina, certo, ma lo scheletro è rimasto quello. Le canzoni possono nascere in tantissimi modi ed essere un gruppo ti dà un’ulteriore marcia. Tornando all’album, i prossimi mesi sono molto importanti per noi. Sicuramente aspetteremo per pubblicare altra musica, ora ci stiamo concentrando su questo secondo disco e nel farlo al meglio possibile. Abbiamo pubblicato tanto per il momento. Non siamo abituati a pubblicare canzoni così vicine ma, visto che le avevamo pronte e sentivamo di volerle condividere, lo abbiamo fatto. Abbiamo avuto la fortuna di poterlo fare con Sony Music Italy, sia i due brani che i due videoclip, perché comunque ci tenevamo molto a far uscire due video che rappresentassero al meglio il brano. La cosa assurda di questo periodo è che le canzoni escono, però tu non vivi il riscontro del pubblico e non vivi l’uscita in pieno. Ti basi su numeri, sulle stories di Instagram, sui messaggi in direct, ma non vedi la persona che in faccia ti dice “Bravo! La canzone è bella”. Ecco, a noi manca quell’aspetto lì. Ora vogliamo concentrarci di nuovo sulla musica e, ora che arriva l’estate, aprirci a qualche proposta per suonare di nuovo dal vivo. L’anno scorso abbiamo aderito ad un concerto in piazza Maggiore per i lavoratori dello spettacolo. Nel nostro tour di due anni fa, abbiamo avuto modo di conoscere tantissime persone che lavorano nel mondo dello spettacolo e vogliamo fare di tutto per sostenerle. Se quest’estate ci sarà data la possibilità di dare una mano, noi ci saremo sicuramente!”
Del prossimo tour, qual è il palco che vi spaventa di più o che comunque vi emoziona di più?
Stiva: “In questo momento, qualunque! Anche quello della parrocchia! Sarà un po’ come la prima volta. Siamo molto emozionati, soprattutto per le città più grandi, dove siamo già stati, ma torniamo in locali più grandi. Avendo dei concerti in cui abbiamo fatto sold out le aspettative del pubblico sono aumentate, come anche le nostre. Milano, Roma, ma sicuramente anche Bologna, la nostra città. L’Estragon è una realtà che abbiamo vissuto in vari modi: da spettatori, nel backstage con i Pinguini Tattici Nucleari, ma non siamo mai saliti su quel palco! Questo sarà sicuramente un modo bellissimo per concludere il tour. A prescindere dai biglietti venduti vogliamo fare una mega festa, divertirci, perché questo, oltre che essere il nostro lavoro, è anche la nostra più grande passione. Ci saranno i nostri parenti, i nostri amici, è sempre stato così! Il nostro primo concerto è stato al Covo Club, un locale abbastanza piccolo di Bologna ma molto bello, e metà dei 150 posti erano parenti. Bologna è sicuramente la data più emozionante, può succedere qualsiasi cosa e, con il fatto che è anche l’ultima, conclude quel mini ciclo che speriamo si riprenda nell’estate successiva… e speriamo che non si fermi più!”
Ci sono un sacco di commenti di persone che si complimentano per i nuovi pezzi, quindi qualche riscontro lo state già avendo!
Stiva: “L’affetto dei social è sempre bellissimo e fa sempre molto piacere. Noi siamo davvero molto grati, perché non è scontato. All’inizio parlavamo del fatto che eravamo venuti in Radio Bocconi a suonare con una chitarra in 5, agli esordi, e per trovare un concerto dovevamo suonare in qualsiasi posto che ci desse un’occasione. Con il progetto rovere abbiamo capito l’importanza e la bellezza di suonare per le altre persone. Non vedo l’ora di tornare a suonare e tornare a provare quelle emozioni lì che mi sono mancate tantissimo in questi mesi!”
Francesca Pellicano e Martina Magistro