ABBRACCIARE GLI SBALZI D’UMORE E LASCIARSI SCIOCCARE DALLA VITA

Scritto da il 1 Ottobre 2019

L’introverso è un gruppo indie pop rock formato da Nico Zagaria, voce e chitarra, Marco Battista, chitarra e Futre al basso. Il gruppo nasce in un quartiere della periferia sud di Milano, la Barona e nel 2013 pubblica l’album d’esordio, “Io”. Il primo singolo, “L’America”, entra in rotazione su Rock Tv, mentre “Primo attore” diventa subito “Video del giorno” sul sito di Rolling Stone Italia. Il secondo album esce nel 2015, promosso da numerosi singoli con relativi videoclip, la maggior parte girati dal gruppo stesso, che aiutano a diffondere il più possibile il nome del gruppo e il loro stile rappresentativo. Inoltre, la pubblicizzazione del disco viene aiutata dai numerosi concerti che la band organizza in tutta Italia.

L’intervista è stata condotta questa mattina negli studi di Parole e Dintorni, in vista del rilascio del nuovo album di inediti “Shock”, in uscita il 4 ottobre 2019 e anticipato dal singolo “Sbalzi d’umore”, pubblicato il 20 settembre. Presenti in sala soltanto due membri su tre, che hanno comunque creato un clima confortevole, spesso alternando momenti seri a risate e frasi scherzose, alleggerendo temi importanti e determinanti alla comprensione dello stile musicale, della filosofia di vita e dei testi de L’introverso.

 

“Molte band di successo vengono formate, ‘create’ a tavolino e i ragazzi che le compongono spesso vengono messi insieme in seguito a strategie di marketing e si incontrano per la prima volta in quell’esatto momento. Quanto ha aiutato invece il conoscersi da prima, esser cresciuti insieme, a formare quello che è L’introverso adesso?”

È stato fondamentale, siamo cresciuti insieme con la stessa musica, ci siamo formati insieme come musicisti, eravamo scarsi allo stesso modo e siamo migliorati insieme (“anche se migliorati poco”, aggiungono ridendo). Ha influito tanto: l’approccio umano è altamente importante. Per esempio, siamo rimasti senza batterista e non abbiamo voluto nessun altro, lui ha deciso di prendere un’altra strada e noi abbiamo deciso di passare all’elettronica. Se qualcun altro fosse entrato, oltre noi tre, sarebbe stato un elemento esterno, una cosa strana per noi che ci conosciamo da così tanto tempo.

 

“Tra le vostre influenze rock band inglesi vengono citate. Ma qual è quella band che vi ha fatto capire che il vostro futuro era su questa strada e perché proprio quella? In che modo ve l’ha fatto capire e come avete percepito questa cosa?”

Da piccoli importantissimi sono stati sicuramente gli Oasis, ci hanno rovinato la vita. Avevamo come modello loro, abbiamo imparato a suonare con ‘Wonderwall’, abbiamo iniziato a suonare per gli Oasis. Ci hanno proprio rovinato.

 

“Durante i vostri primi anni di carriera avete parlato di trovare il ‘sound giusto’. Come avete condotto questa ricerca e come avete trovato questo ‘sound’? Come avete avuto conferma che fosse davvero quello, se l’avete avuta?”

Non sappiamo se il termine “giusto” sia corretto, prima cosa che abbiamo fatto è stato assolutamente “uccidere il batterista”. Uccidere è una parte fondamentale, ci ha permesso di sfogarci a livello psicologico, ogni tanto un assassinio può far anche bene. Il nuovo suono è partito quindi dalle chitarre, dal basso, da una batteria che effettivamente non avevamo, una batteria diversa da quella che era la solita suonata da un batterista, con delle linee, dei pattern diversi. Questo ha influenzato tutta la nostra sonorità, la parte elettronica ha modificato tutto l’arrangiamento e la nostra stessa musica, la produzione e il lavoro al PC. Il nuovo approccio ci è piaciuto un sacco, infatti pensiamo che in futuro rimarremo così, senza batterista e su questa linea.

 

“Siete passati alla filosofia buddista. Potete raccontare questo cammino, come l’avete scoperta, cosa vi ha portato a ciò e perché proprio questa filosofia?”

Il buddismo influenza tutto, è ovunque nella nostra vita, ne è permeata, quindi ovviamente la musica, una delle cose più importanti nella nostra vita, ne è stata influenzata. Abbiamo avuto amici che ce ne hanno parlato, in più abbiamo letto l’autobiografia del nostro mito d’infanzia, Roberto Baggio e ci siamo appassionati. Ha incominciato uno di noi e piano piano il miglioramento dell’uno ispirava l’altro, quindi normalmente ci chiedevamo “Com’è possibile? Cos’è successo?” e siamo diventati tutti seguaci di questo stile di vita. Ci ha cambiato completamente la vita, il modo di vedere il mondo, le persone e noi stessi.

In questo disco, in particolare, come in quello scorso, c’è una visione diversa. Nel disco precedente c’era un’energia un po’ più positiva, in questo invece è molto più negativa, una visione negativa vista dal buddismo Sappiamo che l’essere umano ha molte sfaccettature e non abbiamo voluto rinnegare la sfaccettatura negativa e pessimista. Il buddismo non nega le oscurità fondamentali dell’essere umano, le abbraccia e le trasforma, quindi questo album parla della lotta contro i demoni di un periodo, perché ovviamente questa lotta non dura e non finisce in un preciso momento o rimane per sempre, la vita è in continuo cambiamento e movimento. Il buddismo ci ha, in questo senso, aiutato nella lotta contro i demoni della nostra vita, sconfiggendoli sempre grazie alla forza che il buddismo ci dà tutti i giorni.

 

“Nel commentare il brano ‘Sbalzi d’umore’ e l’album stesso ‘Shock’ avete detto che alla base di tutto c’è uno ‘sviluppare se stessi per non farsi sbandare dalla vita’. In che senso bisogna sviluppare se stessi? E in che senso la vita può sbandare le persone che non vanno incontro ad un simile sviluppo?”

La canzone “Un clown” parla proprio di questo argomento, il guardare dentro se stessi in profondità, anche nei momenti bui. Quando succede ciò alcune parti di te non ti piacciono inevitabilmente e ne puoi rimanere scioccato, però questo è l’unico modo per trovare la luce nella tua oscurità, raggiungere questo shock. Guardando se stessi una persona può rimanerne scioccato, perché ci sono cose che consciamente non affrontiamo, quindi l’unico modo per poterle eliminare è calarcisi dentro.

 

“Sempre durante il commento di questo singolo, avete detto che gli errori, le cadute, servono alla crescita e al raggiungimento del successo. C’è una caduta in particolare nella vostra vita che vi ha fatto ‘da maestra’?”

Ce ne sono state tante, forse la maggiore è stata quando abbiamo capito che la musica non è tutta la nostra vita, questo è forse stato il passo più grande, capire che non siamo più ragazzini e che la musica non è il nostro tutto. Pensavamo la musica fosse il nostro punto di riferimento nella nostra vita. Anche il buddismo ci ha aiutato a capire che la musica non poteva essere un dio, un idolo, perché il buddismo non ha idoli. Il passo successivo è stato rendere la musica una cosa periferica nella nostra vita: è una delle tante cose belle, però è una delle tante cose. Ci ha scioccato soprattutto riguardare quanto c’eravamo dentro, questa presa di coscienza, il non avere più la musica come centro della nostra vita è stato uno shock. Abbiamo imparato a dare il giusto posto ad una cosa così importante, è stato un passo molto impegnativo.

Sicuramente ci saranno altri shock nel nostro futuro, la vita di un essere umano ne ha tanti quindi ogni tanto ne arriva uno.

 

“Ovviamente la domanda sui progetti futuri non poteva mancare. Avete intenzione di continuare la produzione di nuova musica o vi piacerebbe portarla live? Quale dei due momenti preferite maggiormente e cosa avete in serbo per i prossimi mesi?”

In futuro entrambe le parti, ma sicuramente nel futuro più imminente è il portare il nostro album dal vivo. La vita di una band è fatta della sala prove e di concerti, entrambe le cose hanno la stessa importanza, quindi da gennaio in poi porteremo l’album in tutta Italia.

 

Rebecca De Filippis


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