CONFERENZA STAMPA RAI – DOMENICA 6 FEBBRAIO

Scritto da il 6 Febbraio 2022

Con la vittoria di Mahmood e Blanco si è concluso il 72° Festival della canzone italiana. Ora è quindi il momento dei bilanci finali, delle riflessioni, dei ringraziamenti per questo Sanremo dei record (basti pensare solo a qualche numero: la finale ha ottenuto 13 milioni 380mila telespettatori (64,9%), con una differenza in positivo di oltre tre milioni di spettatori rispetto all’anno scorso. La prima parte ha raccolto 15 milioni 660mila spettatori (62,1% di share); la seconda 10 milioni 153 mila (72,1%). Quanto a share è il risultato più alto dal 2000.

Per primo prende parola l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, che si presenta ancora una volta entusiasta per i risultati straordinari di questa edizione. “Il principale programma sa intercettare il pubblico giovane. Con questa edizione siamo arrivati ad un punto da cui partire. La Rai riceve il canone da tutti i cittadini, deve parlare a tutti i cittadini”, dichiara. L’abbiamo vissuto noi stessi in prima persona questo cambiamento: il Festival non riguarda più solo la televisione, ma è andato oltre, sui social. E questa tendenza di apertura è sicuramente un segno positivo per Sanremo stesso, la musica italiana in generale e l’azienda televisiva. Fuortes conclude poi il suo intervento dicendo che è bella la partecipazione dei giovani sì, ma ora starà a loro trasformarla in consuetudine. L’inizio di questo percorso si avrà proprio con Mahmood e Blanco che rappresenteranno l’Italia all’ESC di maggio.

Interviene poi Amadeus, ringraziando innanzitutto gli artisti in gara per l’estrema passione e dedizione dimostrata sul palco e fuori da esso. “Blanco, ad esempio, ha fatto un anno primo in classifica, non aveva bisogno di essere qui. Ma gli artisti sono venuti e si sono messi in gioco”, precisa. Prosegue ringraziando le etichette discografiche, dalle major a quelle indipendenti, i super ospiti, colleghi e amici come Fiorello, Checco Zalone, Jovanotti e sicuramente anche tutti i tecnici. Dalle sue parole trapela un grande senso di squadra perché: “Non ho fatto da solo il Festival, abbiamo fatto un grande Festival”. Sottolinea l’amicizia con Fiorello, che è stato fondamentale per iniziare bene durante la prima serata.

Inevitabile è stata la domanda, che sicuramente noi tutti ci poniamo, circa la possibilità di avere Amadeus come direttore artistico per la quarta volta. Fuortes risponde che solitamente “Squadra che vince non si cambia” ma tutto sta ad Amadeus, alla sua volontà di dedicarsi totalmente a un lavoro così lungo e attento come quello che richiede il Festival. A un suo ipotetico successore consiglia di non chiudere la porta della musica nuova, ma di continuare verso questa linea di apertura che la Rai cercherà di applicare a tutti i programmi in futuro.

Infine, confessa di tenere a mente sempre una frase che gli disse Vittorio Salvetti: “Ricordati che noi non ci occupiamo di cose serie in modo leggero, ma ci occupiamo di cose leggere in modo serio”. La musica è tale se porta emozione e gioia, se lascia dentro di noi delle sensazioni non passeggere. “Posso dire che il mio primo festival ha fatto Rumore, il secondo ci ha fatto restare Zitti e buoni, ma il terzo è da Brividi”, conclude così Amadeus.

E a sipario ormai calato, è difficile fare i conti con il turbinio di emozioni che ci hanno travolti per una settimana, ma Amadeus è sicuro sui suoi tre momenti più emozionanti: “La discesa della scala. Gli amici. La musica. Quando stavo scendendo le scale la prima sera sono stato vinto dall’emozione, l’effetto del sipario che si alzava e vedere il pubblico in sala mi ha stretto il cuore e la gola, ho avuto difficoltà a parlare per 10 secondi. Mi porto dentro gli amici: Fiorello e Lorenzo, che conosco da oltre 30 anni, ma anche Checco Zalone, che frequento da un po’ meno tempo, ma considero un amico. E poi la musica: non avrei mai immaginato di poter avere dei super ospiti in gara. Sono felice: sono pagato per fare il lavoro che sognavo di fare da ragazzino”.

Non ci resta, quindi, che goderci le canzoni che questo Festival ci ha lasciato, ripensando a tutti i momenti di divertimento e gioia che abbiamo vissuto e magari criticando pure quelle scelte che non abbiamo condiviso. Perché si sa, Sanremo è Sanremo, con i suoi pregi e i suoi difetti, e noi siamo qui per parlarne ogni volta, ogni anno, sempre con un pizzico di inequivocabile affetto.

Caterina Nastasi


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