Ermal Meta ed il suo viaggio straordinario
Scritto da BocconiADMIN il 8 Maggio 2017
“Non hai fatto mai promesse,
ma le hai mantenute tutte”
Potremmo usare proprio questi versi per descrivere in maniera sintetica ma efficace quanto sta facendo negli ultimi anni chi queste parole le ha scritte. Ermal Meta, a passi sempre più sostenuti, sta conquistando un meritatissimo posto nella musica italiana, come confermano i recenti successi del suo ultimo album e del relativo tour.
Ermal è l’esempio lampante che il talento ed il duro lavoro nel tempo ripagano, perché, prima di riempire l’Alcatraz domenica 7 maggio 2017, si è dato da fare per anni nelle vesti di chitarrista, di autore per altri cantanti (e rimarreste sorpresi nello scoprire quanti successi dal 2010 ad oggi siano stati scritti da lui e portati al successo da diversi interpreti italiani), di voce di un gruppo e solo negli ultimi anni di cantante solista. Insomma, diciamocelo pure che il sentiero che l’ha portato al successo non è stato assolutamente breve, ma lungo… e lastricato di canzoni meravigliose, aggiungerei.
Senza usare mezzi termini, se dovessi mettere per iscritto tutti i complimenti che vorrei fare a questo ragazzo non mi basterebbero cento pagine, quindi cercherò di concentrarmi sul concerto di ieri sera.
La prima cosa che colpisce è come Ermal sia riuscito a mettere su una scaletta fatta di pezzi potenti che riescono a mantenere sempre al top il livello delle emozioni e riuscire in questa impresa è un lusso che si possono permettere solamente artisti con una carriera di svariati anni alle spalle. Se poi pensiamo che la quasi totalità dei brani proposti appartiene solamente a due album, Umano e Vietato Morire, ci si rende conto delle sue grandi qualità come autore. Due ore di concerto in un cui melodie accattivanti si sposano perfettamente a testi interessanti e conditi sempre da quelle immagini suggestive alle quali Ermal ci ha abituati sin dai tempi de La Fame di Camilla, come dimostrano Buio e Luce e Come il sole a Mezzanotte. Gli arrangiamenti potenti ed energici sono perfetti per l’occasione e permettono ai tanti Lupi, nome dei fan, di scatenarsi; l’eccezione a quanto appena detto è data da alcuni preziosi momenti, come New York, in cui gli arrangiamenti carichi di suoni si fanno da parte per lasciare spazio al solo accompagnamento di strumenti acustici.
Meritano senza alcun dubbio una nota di merito le capacità vocali ed interpretative dell’artista e, per rendersene pienamente conto, l’ideale sarebbe affrettarsi a prendere un biglietto per le restanti date del tour. Nel ritornello di Ragazza Paradiso la voce di Ermal ci lancia tra le nuvole di un immenso cielo fatto di tenerezze autentiche e non sdolcinate, mentre ascoltandolo cantare Amara Terra Mia, brano di Modugno con cui Meta ha vinto il premio della serata cover al Festival di Sanremo di quest’anno, ci si ritrova a camminare al tramonto tra le campagne del meridione italiano.
Ultimo, ma non per importanza, valore aggiunto della bellissima esperienza all’Alcatraz è sicuramente la cornice fornita dai lupi di Ermal, fanclub che si fa sempre riconoscere per entusiasmo, passione e dolcezza; d’altronde, se Ermal li coccola così tanto con dediche speciali e si preoccupa per loro, come dimostrato ieri con l’interruzione momentanea del concerto per via dello svenimento di una ragazza (Silvia cara, ti sei ripresa?), un motivo ci sarà.
To sum up, è stato un vero piacere farsi inondare di musica e affetto e vivere questo viaggio straordinario, guidati da una (piccola) anima fantastica come quella di Ermal Meta, al quale auguriamo di continuare a farsi strada come ha fatto fino ad ora, ovvero nell’unico modo possibile per chi vuole fare musica vera: lastricandola pezzo per pezzo di canzoni meravigliose.
A cura di Massimiliano Micali
Per le foto si ringrazia Ida Pizzuto