Pinguini Tattici Nucleari @ Magazzini Generali

Scritto da il 14 Ottobre 2018

“Ciao raga! Dunque, noi ci chiamiamo Pinguini Tattici Nucleari! La prima canzone della serata è una canzone che parla di inverno, di neve, di freddo… una canzone che si chiama Sciare!”
Così Riccardo “Rik” Zanotti, front-man del gruppo rompe il ghiaccio ai Magazzini Generali dove si è tenuto il concerto finale del loro tour che li ha visti girare l’Italia da un anno a questa parte.

I Pinguini hanno voluto festeggiare il grande successo del tour e il loro 100° concerto con una scaletta alternativa e originale che è stata in grado di far tremare la location magari poco adatta ad esibizioni live, ma che è riuscita a non venir giù nonostante l’energico e costante pogo dei fan.
Dopo un’apertura perfetta tra musicalità ed effetti visivi, subito le prime novità. Infatti, in tutta la scaletta i Pinguini hanno inserito vecchi brani risalenti a prima del loro successo, rivisitati in chiave Indie-Rock, ormai genere caratterizzante del gruppo. Insieme quindi a re-interpretazioni (alcune di discutibile efficacia), il pubblico, e noi con lui, è letteralmente esploso in una scarica adrenalinica con i due maggiori successi del penultimo album “Diamo un calcio all’aldilà”. Parliamo di “La strategia della Tenzone” e in particolare “Le Gentil”, preceduta dal canonico racconto della vita dell’omonimo astronomo. E proprio sulle note del riff rock-metal di “Le Gentil” che il pogo, da contenuto in una piccola zona del pubblico, si è espanso a tutto l’audience e tutti i Magazzini Generali: nessuno poteva sottrarsi alla potenza del rock e all’onda che ci ha trascinati da in fondo a due file dal palco (che fortuna)!

La seconda parte della scaletta ha esordito con un brano dedicato ai fan lì presenti di quinta liceo in vista della maturità, 79, indirizzata anche a tutti quelli che per poco non sono arrivati al proprio obiettivo, proprio come Rik che non avendo ottenuto 80 alla maturità non è mai potuto partire per studiare a Londra, e ha coltivato la sua passione per la musica arrivando dove è arrivato. “Tetris” e “Cancelleria”, indiscutibili successi del gruppo, accompagnano un pubblico ancora voglioso di musica e pogo verso la fine del concerto. Immancabile il canonico flash-mob durante “Gioventù Brucata”: sulle note del pre-ritornello tutto il pubblico si è accovacciato per terra, per poi saltare in aria e dimenarsi sul riff del ritornello bello rockeggiante. Il concerto poi si interrompe con un falso finale, per poi regalarci una esclusiva: “Pula”, racconto musicato presente nell’ultimo album e mai eseguito live nel corso del tour. Infine, sulla falsa linea del mito di Vasco Rossi che chiude ogni concerto con Albachiara da 30 anni a questa parte, il gran finale, intonato a cappella: “Irene”, sicuramente canzone più apprezzata dalla loro audience in quanto è partito un coro chiedendo proprio l’esecuzione di questa canzone. Grandi assenti però della grande festa: “Sudowoodo”, i remix rock delle canzoni di chiesa (grande costante caratteristica), e “La canzone dell’arrivederci” (solita canzone di chiusura tratta dal programma per bambini “La casa blu”).


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