LA SCAPIGLIATURA – COOLTURALE
Scritto da Redazione Radio Bocconi il 30 Gennaio 2022
“Cultura: complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche e scientifiche, delle manifestazioni spirituali e religiose che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico”. Questa è una delle prime definizioni che ci appaiono quando cerchiamo online il significato del termine “cultura”. Tuttavia, cultura, nel senso più elevato, è ciò che arricchisce lo spirito. Cultura rappresenta anche l’inevitabile scontro tra la sua eterna staticità e la velocità del cambiamento. Cos’è Cool, di tendenza, e cosa, invece, è di Cultura? Proprio ieri sera ho avuto modo di interrogarmi su tali quesiti con La Scapigliatura, nome del progetto musicale dei fratelli Niccolò e Jacopo.
Innanzitutto, mi è parso quasi d’obbligo chiedere il perché di questo nome, che indubbiamente rimanda all’omonimo movimento artistico e letterario sorto proprio qui a Milano nella seconda metà dell’800. Mi è stato, quindi, spiegato che sicuramente, oltre a essere riconoscibili per un nome che rimanda a qualcosa già noto, era soprattutto nelle loro intenzioni creare un senso di appartenenza, un mezzo attraverso il quale tutti possano riconoscersi. La Scapigliatura sono loro ma siamo anche noi dall’altro lato del palco.
Ed è proprio la direzione che prendono le loro idee a colpirmi. L’intenzione di andare a recuperare, in chiave post moderna, alcuni aspetti del passato e riproporli nel contessuto più contemporaneo è molto chiara già dal titolo del loro ultimo album: “Coolturale”. Ascoltando i brani uno dopo l’altro non ci si può non rendere conto che tutte le canzoni hanno un sottostrato che le unisce: trattano dei temi che hanno a che fare con la cultura contemporanea, siano essi riguardo a dei libri, film, storie d’amore, luoghi. Sono proprio i vari racconti evocati in questi brani che convergono tutti verso un’unica riflessione: la cultura si adatta al cool per poter funzionare al giorno d’oggi, oppure è qualcosa di così lontano dal cool che sarebbe bene che si riaffermasse da sé? Tuttavia, non si tratterebbe, a quel punto, di una contraddizione in termini? Sulla scia di questa ambiguità possiamo affermare che il titolo in sé è una parola “farmacologica” (dal greco ϕάρμακον, indica sia veleno che il rimedio): la cultura è leggera o pesante?
Se dovessi poi descrivere l’album solo con una parola, senza alcun dubbio direi “sospensione”. Come ho raccontato a loro due ieri sera, uno degli aspetti migliori di questo progetto musicale è la capacità di essere in equilibrio. Non si tratta infatti di uno sguardo nostalgico al passato per cercarvi modelli che non vengono scorti nel presente (in merito a questo, Nietzsche sicuramente meglio di me ha descritto tale tendenza a proposito della storia monumentale), ma nemmeno in una assoluta fiducia al veloce progresso. La musica qui è vista non come un mero intrattenimento, ma come evasione, grazie al suo potere di suggestionare chi la ascolta, seguendo il tipico flusso di un viaggio.
E, visto che la realtà è in continua evoluzione e nulla è mai uguale a se stesso, ho poi chiesto in cosa loro si sentissero cambiati e quali differenze possiamo notare rispetto al loro album precedente. La meno spensieratezza, senza però sconfinare nel cinismo, è di certo uno degli elementi caratterizzanti, come risultato di nuove riflessioni ed esigenze che li hanno investiti come artisti e, quindi, come persone.
Infine, come ultima curiosità, ammetto forse più personale che “professionale”, ho chiesto se fosse un caso che la copertina dell’album riprendesse la stessa grafica del marchio della Coca-Cola, usato già ai tempi della Pop Art per denunciare la società dei consumi. Anche questa volta mi sono scontrata con quell’equilibrio sopra menzionato, dato che la loro intenzione era quella di esplicitare il ruolo dominante che gioca la cultura sulla natura delle persone e nessun esempio calza a pennello come la nota bibita.
Io, però, che per natura non sono mai così tanto equilibrata, mi permetto di elogiare La Scapigliatura perché nel loro modo e mondo fanno ciò che ogni artista dovrebbe fare: riducono la dissociazione tra la realtà esterna e il modo interiore, creando un ponte sospeso dove rifugiarsi quando si ha bisogno di mettere pausa e resettare. Jean Denielou sosteneva che, di fronte allo sviluppo delle nuove scienze e delle “filosofie fai da te”, gli intellettuali avessero il compito di far riappropriare l’uomo della sua essenza nel mondo che lo circonda. Questa dolce sensazione è simile a quella che potete provare ascoltando proprio Coolturale e, magari, ascoltandoli live in questi prossimi incontri:
15.02 Gallery16 – BOLOGNA – ore 21:00
16.02 L’Asino Che Vola – ROMA – ore 21:00
17.02 Cinquanta – PAGANI (SA) – ore 21:30
04.03 Blackstar – FERRARA – ore 21:00
05.03 Spazio Webo – PESARO – ore 21:00
06.03 Backstage Academy – PISA- ore 19:30
Caterina Nastasi