METALLICA – Worldwired Tour, Torino 10/2/2018
Scritto da BocconiADMIN il 12 Febbraio 2018
Sono 5 i guerrieri metal della notte a testimoniare per le quasi 19.000 persone che la sera del 10 febbraio hanno riempito il Pala Alpitour di Torino. I Metallica nella prima tappa italiana del loro “Worldwired Tour” hanno stupito fin dalla sera prima per una organizzazione chiara e precisa: transenne già ordinate fin dalla sera del 9 febbraio, apertura dei cancelli puntualissima, così come l’inizio della performance del gruppo dei Kvelertak, gruppo norvegese pionieristico del nascente metal’n’roll a cui è stata data la grande responsabilità di scaldare il pubblico per il live.
A mezz’ora dal termine dei Kvelertak, ecco la versione targata Four Horsemen di Ecstasy Of Gold di Ennio Morricone (“Il buono, il brutto e il cattivo”), tradizionale apertura da 37 anni a questa parte per il quartetto “losangelese”. Non si fanno aspettare i nuovi brani dell’ultimo album, a dimostrazione della continua attività del gruppo. Hardwired… seguita da Atlas, Rise! bastano a scaldare non solo le prime file, ma tutto il sold out avvenuto quasi 12 mesi prima. Dopo la doppietta iniziale, i primi cavalli di battaglia della serata accendono definitivamente il pubblico dal parterre agli spalti: Seek & Destroy, Leper Messiah, e Welcome Home. Al termine di quest’ultima, James Hetfiled dà ufficialmente il benvenuto a casa a tutti: “The Metallica’s Family is here” urla al pubblico, per poi parlare scherzosamente con un bambino di 12 anni presente nel pubblico, sottolineando come il culto heavy metal comprenda e unisca ormai più generazioni. Altri due brani tratti dall’ultimo album, uno dei più “pesanti” del quartetto, con Now That We’re Dead e Spit Out The Bone, seguite da un break storico con For Whom The Bell Tolls, per poi continuare con l’ultimo album eseguendo Halo On Fire.
Colpo di scena: con una naturalezza professionale degna delle migliori “bestie da live”, Rober Trujillo e Kirk Hammett eseguono un tributo a Vasco Rossi, omaggiando così sia il rocker italiano per il risultato incredibile di Modena Park, sia il rock e la musica italiana. Nonostante le immancabili critiche, si tratta di un altro dettaglio studiato che mostra la cura negli eventi, non solo cambiando scaletta ogni singola data, ma personalizzandola fino ad eseguire un estratto di C’è chi dice no riscuotendo, al netto, un feedback incredibilmente positivo dal pubblico.
Il concerto continua con Blitzkieg e The Memory Remains, fino ad arrivare all’apoteosi degli effetti speciali della serata. Moth Into Flame, letteralmente falena nelle fiamme, inizia con fiammate dal palco e continua con una trentina di piccoli droni che sorvolando il palco hanno creato una coreografia luminosa a tempo di musica: ecco le falene. Non a caso i Metallica sono famosi tanto per la loro musica quanto per la cura maniacale dei live: palco 360° per un massimo contatto col pubblico, 36 cubi semoventi sopra il palco sui quali coreografie grafiche ed immagini degli album storici sono state proiettate coerentemente ad ogni canzone, fiamme e droni teleguidati fino a fuochi pirotecnici per il gran finale!
La serata prosegue verso il finale nonostante l’energia sia palpabile al Pala Alpitour. Sad But True, One e l’incredibile Master Of Puppets firmano il pre-finale di un concerto all’insegna del metal attraverso le decadi del gruppo. Pausa dovuta ma estremamente breve durante la quale Lars Ulrich, lasciando la batteria, si ferma sul bordo del palco a chiacchierare con alcune persone in prima fila. Non è scontato, e dimostra quanto ci tengano i Metallica al loro pubblico più affiatato. Ecco che torna la band al completo sul palco per il trittico finale: Orion, dedicata al bassista defunto del gruppo Cliff Burton (che avrebbe compiuto gli anni proprio il 10 febbraio, giorno del concerto; il gruppo vuole istituire il Cliff Burton Day in questa data); la storica Nothing Else Matter, poesia eseguita alla perfezione; ed infine la potentissima Enter Sandman che con dei fuochi artificiali chiude quello che probabilmente è stato il concerto più energetico e metal che il Pala Alpitour abbia mai ospitato. Dopo aver posato gli strumenti, il quartetto si è fermato per altri 15 minuti sul palco a salutare il pubblico, lanciare plettri e accessori personali e chiacchierare ancora con le prime file. Esiste un vero e proprio sentimento di aggregazione che unisce i quattro musicisti al loro pubblico, e come numerose persone hanno aspettato 14 ore per vederli da sotto il palco, così loro non hanno guardato con superficialità alla loro famiglia: “The Metallica’s family is here!”
A cura di Angelo Peruzzi