Sziget Festival – Florence + The Machine
Scritto da BocconiADMIN il 12 Agosto 2015
Nonostante le urla siano una costante nella mia vita io non ho mai perso la voce. Almeno fino ad oggi. Ebbene c’è sempre una prima volta: ieri sera, per colpa di Florence, ho urlato così tanto, ma così tanto, che stamattina la mia voce se n’è proprio andata a quel paese.
Ho pensato che ne sarebbe valsa la pena – e infatti non mi sono sbagliato – così ho pensato di farmi la scampagnata per la prima fila. Ho visto il concerto di Asaf Avidan (molto particolare), ho aspettato sotto il sole cocente fino al tramonto e poi fino alle 21:30, ora d’inizio del concerto. Florence entra puntuale, a piedi nudi con il suo completo bianco e inizia a cantare What The Water Gave Me. La folla va in delirio. E sì, anche io vado in delirio.
Il concerto è stato tutto uno scambio di energie positive tra Florence e il pubblico. Lei è consapevole di ciò che è in grado di dare all’audience durante le sue performance e, giustamente, si aspetta qualcosa in cambio, ma non lo pretende. Con la gentilezza e la delicatezza nei modi che la contraddistinguono, tra una strofa e un’altra, lei semplicemente apre le mani al pubblico per raccogliere tutto l’amore che le può dare. Non appena può muoversi un po’ si sposta verso noi fan urlanti, ci guarda e ci tende le mani. Se avesse potuto sono sicuro che ci avrebbe abbracciati uno ad uno. Di fatti la voglia di abbracciarci è stata così tanta che ad un certo punto ha invitato persone a caso a salire sul palco. Una decina di ragazzi sono saliti e l’hanno sbaciucchiata come se fossero dei dissennatori. Anche io ho scavalcato la transenna, ma la situazione stava un po’ degenerando quindi la sicurezza ci ha impedito di salire sul palco e tristemente sono ritornato dietro la transenna. Come se si volesse far perdonare con quelli che non sono riusciti ad abbracciarla, si dirige verso la punta del palco e ci sparge addosso del glitter dorato cantando Shake It Off. Sono riuscito a guardarla negli occhi: How Big, How Blue, How Beautiful. Avrei voluto che quel concerto non finisse mai, ma purtroppo ad una certa arriva il momento. Ci saluta, ci ringrazia e ci dice “See you soon! I love you all!”. Saltando da una parte all’altra del palco ci canta l’ultima canzone Dog Days Are Over e ci lascia.
Bravissima Florence. Se dovessi darti un voto da una a cinque stelle te ne darei sette. Cinque per la performance vocale e le altre due extra per l’amore che ci siamo scambiati. Brava, brava, brava!
Gianluca Petronio