Sziget Festival – Robbie Williams
Scritto da BocconiADMIN il 11 Agosto 2015
Il Sziget Festival inizia con un grande sold out per il concerto di Robbie Williams.
Ieri sera quasi tutto il festival si è riversato davanti al Main Stage per sentire il divo dei Take That. Nonostante non ci faccia impazzire, anche io ed Eugenia siamo andati a vederlo, un po’ per curiosità un po’ perché qualche sua canzone alla fine fa piacere sentirla.
Il nostro caro Robbie ha seguito una scaletta cronologica inserendo qualche cover nel mezzo: ha iniziato dalle sue canzoni più vecchie per finire con le più recenti, come Candy, passando per le cover diWonderwall, Royals e Bohemian Rhapsody. Tutte cantate benissimo, soprattutto Bohemian Rhapsodyche è tradizionalmente considerata come la prova del 9 dei cantanti. Emozionanti Feel e Millennium. Bravo bravo Rob!
Però, tuttavia, cionostante, ahimè… ho visto in lui delle velleità rockettare che, purtroppo, possono rimanere soltanto velleità. Durante il concerto infatti ha avuto un po’ la goffaggine di un genitore cinquantenne che vuole fare il giovincello e cerca di parlare nello slang dei sedicenni di Rozzano.
Emblematico è stato l’episodio con Cristina, una fan della prima fila. Robbie la nota, lei gli chiede di autografargli la sua biografia. Lui prende il libro e, dopo aver fatto notare che non era una biografia ufficiale e che era “full of shit”, le ridà il libro dicendo che non gliel’avrebbe firmato. Seguono fischi e “boo” da parte del pubblico e lui, con l’espressione di un bambino che si rende conto di aver fatto un grande guaio, riprende il libro per firmarglielo. Più avanti durante il concerto invita Cristina addirittura sul palco, canta con lei Candy e le sussurra qualche parola nell’orecchio (che, poverina, sicuramente non avrà capito dato che poco prima alla domanda “are you over 18?” la 22enne Cristina aveva risposto “no”). Comunque, caro Robbie, tutto ciò è stato decisamente poco rock. Vuoi essere una rockstar ribelle, ma non basta mostrare le chiappe al pubblico e sollevare l’asta del microfono. Se avessi veramente voluto essere una rockstar ribelle non avresti dovuto firmarle il libro e avresti dovuto sopportare tutti i fischi!
A parte questa ramanzina sulla sua attitude, diamo a Cesare quel ch’è di Cesare, e diciamo pure che è stato tecnicamente/vocalmente bravo. Su questo mi ha positivamente stupito. Però, zio Rob, sii più te stesso! Il rock style non ti si addice per nulla!
Gianluca Petronio