Ultimo treno per l’estate

Scritto da il 14 Settembre 2016

Il treno che conduce da Milano fin nei meandri della Riviera Ligure fa tappa a Camogli, qualche fermata dopo quelle innumerevoli di Genova Principe, Genova Brignole, Genova Nervi, Genova qua Genova là. Subito dopo Recco precisamente. Per un modesto viaggiatore come me il paesaggio è stato decisamente diverso dalla tradizionale e piatta pianura: finalmente il sole intenso, l’odore del mare, e ancora l’aria di libertà che dalle nostre parti è stata già a suo tempo soffocata dalla routine.

Dopo qualche oretta di viaggio, si scende finalmente a Camogli San Fruttuoso, e la prima sensazione che mi assale qualche passo più in là è la consapevolezza di aver dimenticato il costume da bagno: si lo avevo dimenticato, e forse quello era il mio ultimo treno di sola andata dell’estate 2016. Ma a Camogli quel 9 Settembre non era solo aria d’estate, anzi, altro che tradizionale giornata estiva da passare in riva al mare; bisognava affrettarsi per prendere i posti sotto i palchi della terza edizione del Festival della Comunicazione, edizione curata da Rosangela Bonsignoro e Danco Singer, organizzata nel comune di Camogli e trascorsa nel segno di Umberto Eco e del suo ricordo. Da menzionare, in particolare, la presenza di Roberto Benigni, che per le sue eccelse qualità culturali (che non scopriamo certo nel 2016) ha ricevuto per la prima volta il “premio Comunicazione”. Il Festival era organizzato in quattro giornate, dall’8 all’11 e in ogni data il programma seguiva specifici temi, a partire da “web e scrittura”, “web e comunicazione”, fino a discutere di “web e diritti” con ospiti vari, celebri e meno. Erano in effetti tante le persone che mi sarebbe piaciuto intervistare, d’altronde considerando lo stile di vita medio sotto esame, l’unica celebrità che posso vedere in genere è uno dei tanti professori che passa per i leoni.

Ringraziando la disponibilità dell’ufficio stampa riusciamo a piazzare due interviste: Pierluigi Pardo e Salvatore Aranzulla, e devo dire che non c’era modo migliore per colorare quel clima di festa che si respirava a Camogli quel giorno che trascorrere qualche minuto con Pierluigi Pardo. Il suo intervento era organizzato per le 15:00 e si focalizzava sulla storia della Sisal in occasione del suo settantesimo anniversario; “Calcio, diritti e nuovi media in un mondo di spettatori globali”, questo il nome della conferenza. Ero lì con un quadernino pronto a prendere nota, e poi in effetti l’ho fatto; ma devo dire che non è stato facile mantenere la “concentrazione” con Pardo che ogni 2 e 3 interveniva scherzosamente nella discussione (tenuta con Marino Bartoletti e una rappresentante della Sisal). Si parlava di come l’idea delle scommesse sulla serie A fosse stata molto più che una semplice trovata di business, ma addirittura un modo per unire gli italiani dopo la seconda guerra di italiani, dando loro un gioco. Oggi l’idea, nell’ambito delle scommesse, è un pò quella propria dei “vizi” capitali del nostro tempo: limitarlo, o meglio, responsabilizzarlo (una cosa come bevi responsabilmente).

Anche se devo ammettere tra me e me che il fenomeno delle scommesse è tutt’altro che in via di contenimento, anzi, non si può non riconoscere l’impegno sociale dell’azienda che da anni ormai incentiva e finanzia la gestione di squadre composte esclusivamente da immigrati, i Liberinantes, promuovendo iniziative e pubblicizzando la trovata con lo slogan #pardononperde. Alla fine del suo intervento, incuriosito proprio dalle sue parole, riesco a strappargli cinque minuti di conversazione, rigorosamente davanti al climatizzatore, come da lui richiesto; e anche lì ovviamente non sono mancate le risate.

Con Aranzulla è stato un po’ diverso a dire la verità, anzi aspettarsi il carisma di un celebre conduttore televisivo da un genietto informatico era piuttosto pretenzioso, cosi sono andato diretto alle domande senza aspettare chi sa quale colpa dal cilindro da parte sua. Ha studiato economia Salvatore Aranzulla, al CLEAM precisamente: la sua ida era armonizzare la sua passione informatica con la “disciplina del denaro”, e come non si può credere a un progetto cosi. Non a caso la pagina Aranzulla.it (con oltre 7.000 articoli) è una delle 30 pagine più cliccate in Italia, anzi lo sapevate che Aranzulla stesso cerca chiarimenti nei suoi articoli? Eppure un progetto tanto ambizioso è nato in realtà in un modo semplicissimo: come lui stesso mi ha raccontato, l’idea di creare un sito gli è venuta perché era tartassato di domande dai suoi amici su questioni informatiche; per cui invece di spendere tempo e magari anche soldi di telefono, era più semplice in effetti sistemare tutto su Internet, in modo che tutti in silenzio potessero apprenderne. Suggestionato da tutte queste storie mi siedo comodo sul treno del ritorno, destinazione Milano stavolta, ancora, sempre, come sempre anzi; meditando su quanto visto e sentito quel giorno, sul sole che batteva la Liguria e, perché no, su un’idea geniale che se ogni tanto mi viene, non fa male a nessuno.

Gianmario Calderini


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