CONFERENZA STAMPA DI VENDITTI E DE GREGORI DEL 28/02

Scritto da il 28 Febbraio 2022

Una storia comune, ma diversa, quella di Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Entrambi romani, entrambi cantautori che hanno segnato la canzone d’autore e la musica italiana. Dopo il debutto nel 1972 con l’album “Theorius Campus”, le strade dei due artisti si son divise, procedendo per cammini paralleli, che hanno dato alla luce capolavori musicali che hanno dettato la colonna sonora della nostra vita, e dei nostri genitori in primis.

Dunque parliamo di una stessa madre, Roma, che ha dato vita e talento a due persone che, sia per predisposizione sia per carattere, hanno poi lasciato la loro impronta nella storia italiana con stili, personalità e messaggi diversi. Appunto, anche alla conferenza stampa avvenuta il 28 Febbraio all’Area Pergolesi, chiunque poteva notare le varie somiglianze tra le due persone, ma anche la vasta differenza di carattere.

Proprio da una risposta di Venditti ad una domanda posta da un giornalista, trarrei “Siamo stati allattati dallo stesso latte”, rendendo quasi troppo facile un paragone con Romolo e Remo e l’allattamento da parte della lupa. Un rapporto fraterno, quasi complementare, che però nel tempo ha subito suscitato nei fan anche ipotesi sull’esistenza di una natura più competitiva della relazione, quasi nutrita da rivalità ed antagonismo. Un’ipotesi sempre giustificata dagli stili così incongruenti, a volte, dei due artisti, ma che viene decostruita dal rispetto e stima che nutrono l’uno per l’altro.

Eppure sorge spontaneo il dubbio sul perché i due artisti romani, prima d’ora, non abbiano mai collaborato ad un progetto così finito e compiuto, ma sempre e solo a singoli omaggi reciproci che miravano solo a dimostrare quella stima che non è mai venuta a mancare. Ma come spontaneo è il dubbio, spontanea è anche la risposta: “Perché non abbiamo mai pensato di cantare assieme”, commenta De Gregori, che vede nella collaborazione con Venditti un semplice incontro destinato a ricordare al nostro paese la bellezza di canzoni come Generale e Ricordati di me, e niente di più. La creazione di un progetto del genere, da due artisti come loro, poteva solo trovare luce in maniera quasi poetica. Da un canto, è certamente da considerare quasi unica la casualità con la quale questi due grandi esponenti del cantautorato italiano abbiano intrapreso un progetto che permetterà ad un grande pubblico di rivivere emozioni forti, tra nostalgia e scoperta. Infatti, proprio Venditti conferma che “Ad un certo punto, senza troppo averci pensato prima, entrambi sapevamo che ora era il momento per fare una cosa del genere”. Dall’altro canto, la semplicità dell’idea e della modalità di progettazione spalanca una finestra sull’approccio che i due uomini hanno nei confronti della musica, non loro figlia, ma madre. Semplicità e casualità, un dualismo che con notevole modestia ha portato Venditti e De Gregori finalmente a dare uno sguardo al passato, riconoscere la grandezza del loro operato, e condividere ancora una volta con il pubblico quelle loro scelte, quei loro sentimenti che per 50 anni li hanno accompagnati.

Ciò è occasione per proporre qualcosa di diverso al pubblico italiano e al mondo musicale, che oggigiorno vede una frenesia quasi maniacale degli artisti di oggi a prediligere la creazione costante di nuovi pezzi ed album per accontentare una fanbase sempre più impaziente, scelta che contribuisce ad un impoverimento del cammino musicale dell’artista, sempre volto all’importanza della produzione singola per il prossimo debutto, e mai interessato alla valutazione della sua produzione intesa come corpus, dagli albori fino al tramonto della carriera. Con questa collaborazione ci viene richiesto l’impegno di chiudere gli occhi e dimenticarci di come sarà la musica di domani, per ricordarci che il primo brano aggiunto alle nostre playlist è stato la musica di ieri.

Una musica che propone canzoni ormai non è più di un artista o dell’altro, ma che vengono e vanno viste come uniche e uniformi, romane e sentimentali, che, come conferma De Gregori, “Sono diventate ora quasi di entrambi”.

Questo progetto è un omaggio che i due artisti fanno ai loro stessi ragazzini, quei ventenni che decisero, nella cantina della loro musica, di dedicare la propria vita all’arte, e ciò fecero, per nostra grande fortuna.

Pietro Pavletic


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