È Jesto – Concerto Alcatraz 8/11
Scritto da Redazione Radio Bocconi il 12 Novembre 2018
“Io faccio un po’ di tutto. Infatti, il mio genere non è il rap o il cantautorato, è Jesto, non saprei come altro descrivertelo”. Così il rapper romano ha definito la sua musica ai microfoni di Radio Bocconi giovedì scorso, poche ore prima del suo concerto all’Alcatraz di Milano.
Una serata magica, per alcuni iniziata molte ore prima. Infatti, i fan cominciano ad accamparsi davanti all’entrata del locale già nella mattinata. Il concerto all’Alcatraz deve iniziare alle 21:30, ma già dalle 21 il pubblico urla il nome di Jesto, impaziente come i bambini che vogliono scartare i regali il giorno di Natale. Verso l’ora programmata entra in scena Taiyo Yamanouchi, conosciuto anche come Hyst. È il fratello maggiore di Jesto, anche lui rapper. Fa cinque o sei pezzi, tutti diversi uno dall’altro (in vero stile “Jesto” si potrebbe dire). Il pubblico gli sta dietro, lo conosce, conosce le sue canzoni e le canta. Gli animi cominciano a scaldarsi, e proprio in quel momento c’è il cambio ed entra in scena il protagonista della serata. Si parte subito con “Buongiorno Italia”, il singolo che dà il nome all’album. Subito ci si accorge che la base della canzone non è riprodotta dal pc del DJ ma suonata live grazie all’intervento di una band, la quale accompagnerà Jesto nell’esecuzione di tutti i pezzi della sua ultima opera.
Ai brani, l’artista alterna brevi momenti di dialogo col pubblico. Egli fa battute, chiede spesso se il concerto sta piacendo, è visivamente più emozionato lui di quanto non lo siano i suoi fan. L’emozione è tale da impedirgli di essere serio anche quando annuncia i pezzi più tristi, il più bello dei quali è sicuramente stato la versione acustica di “Papà”. C’è tanta naturalezza nell’esibizione di Jesto. Per introdurre “Amore Cane” si lancia in un comizio, chiedendo quanti tra il pubblico abbiamo un cane o qualcosa che gli assomigli, tipo un fidanzato. Per introdurre “Puttantour” si lancia nella prima strofa di “RapGod 2”. Più di una volta dice al DJ di cambiare traccia o di aspettare prima di lanciarla perché vuole cantare a cappella con i fan. Ad un certo punto ferma la musica e rimprovera bonariamente il pubblico perché quest’ultimo aveva confuso la terza strofa di Note Vocali con la prima: “[…] cioè al massimo, se non vi ricordate la strofa, inventatene una quarta, dai!”. Così, facendo tesoro del suo stesso consiglio, Jesto inventa sul momento l’incipit dell’ipotetica quarta strofa facendo scoppiare tutti in una risata seguita da un grande applauso.
Nessuno vuole lasciare il locale. Il rapper saluta una prima volta, dicendo che l’esibizione era giunta al suo termine. Il pubblico non ci sta e, gridando a squarcia gola il suo nome, lo convince a cantare ancora un brano. In seguito, l’artista riprova a mettere la parola fine al concerto, ma i fan non ne vogliono sapere. Così, Jesto decide di regalare alla folla un freestyle conclusivo di circa due minuti e mezzo. Una grande prova di abilità tecnica che corona in maniera eccelsa un’incredibile serata musicale. Sazio e satollo, il pubblico è finalmente pronto a salutare l’artista, il quale ringrazia tutti i presenti e si dilegua nel backstage.
In sostanza, Jesto sul palco butta fuori tutto ciò che ha dentro, e che ha sempre messo nei suoi testi: la sua vita, la sua famiglia e la sua incredibile voglia di scrivere e comunicare.
Elia Faggiani, Alessandro Reali Vannucci