FERDINANDO SCIANNA – VIAGGIO, RACCONTO, MEMORIA

Scritto da il 5 Aprile 2022

Mi capita molte volte di osservare i miei vecchi scatti, di sfogliare questi frammenti di memoria nel tentativo di ordinarli in album o diari. Cerco così di conferire un senso a quello che ho vissuto, e di salvare dalla confusione alcune delle infinite scene che ogni giorno catturano la mia attenzione. L’incertezza del futuro mi spinge continuamente a ricostruire il mio passato; la fotografia è per me un aiuto ed una consolazione nella scrittura di questo personale racconto.

Spesso questi pensieri trovano rifugio tra le parole e le immagini di grandi maestri, per cui la fotografia non è stata solo un complice amico quotidiano, ma ragione e obiettivo di vita. Durante una delle necessarie reclusioni dovute alla pandemia, le immagini e le riflessioni di Ferdinando Scianna hanno ampliato lo spazio chiuso tra le pareti della mia piccola stanza. In quei giorni ho scoperto foto drammatiche dai toni malinconici e misteriosi. L’empatia percepita per il modo in cui quest’artista legge la realtà che lo circonda mi ha spinta ad avventurarmi tra le stanze di Palazzo reale. Qui fino ad inizio giugno avrà sede la mostra dedicata al primo fotografo italiano entrato a far parte dell’agenzia Magnum.

Ferdinando Scianna nasce a Bagheria nel 1945, sin dagli anni del liceo inizia ad indagare la sua terra attraverso la lente di una macchinetta fotografica. A vent’anni realizza la prima mostra in un centro culturale della sua città, quelle immagini catturano l’attenzione dello scrittore Leonardo Sciascia, con il quale inizierà un sodalizio artistico ed una tenera amicizia. Nel 1963 pubblicano insieme il libro che al fotografo permette di conquistare il premio Nadar: “Feste religiose in Sicilia”.  La risonanza di queste prime opere gli apre un posto come fotoreporter per il settimanale l’Europeo, nel 1967 si trasferisce quindi a Milano, sostituendo allo sbadiglio del mare il frenetico borbottio del traffico. Dopo aver lavorato come inviato speciale e poi corrispondente da Parigi, viene introdotto da Henri-Cartier-Bresson nel 1982 all’interno dell’agenzia Magnum. L’artista non ha ancora concluso di restituire il suo sguardo sul mondo, e dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità. Scianna continua ancora a regalarci le sue immagini ricche di contrasti costruiti non partendo dalla luce, ma dalle ombre che hanno sempre velato il suo immaginario.

La mostra, curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, accoglie circa 200 fotografie in bianco e nero e si sviluppa lungo un percorso espositivo costruito ad isole tematiche. La prima sala narra la produzione del primo libro “Feste religiose in Sicilia”, nelle altre stanze si dipana un viaggio che rivela racconti e memorie: dalle Ande boliviane, ai numerosi reportage, alle ossessioni per gli specchi, gli animali, gli oggetti della quotidianità.

L’organizzazione tematica dello spazio rispecchia il modo di operare del fotografo, che dall’inizio della sua carriera ha sempre realizzato immagini con l’obiettivo di inserirle in progetti definiti, considerando il racconto come lo scopo finale ed “il libro” come destinazione per le sue opere.

Questo necessario bisogno di riordinare il mondo lo ha portato a realizzare oltre 100 volumi, e sfogliando queste pagine consola scoprire come nelle migliaia e migliaia di fotografie raccolte in modo ossessivo, l’artista non è mai stato imprigionato da un unico tema. Il suo sguardo, infatti, è rimasto libero di vagare e lasciarsi sorprendere da suggestioni sempre nuove. Il fotografo ha ostinatamente rifiutato specializzazioni (fotografo di moda, paesaggista, ritrattista, ecc.) ed ha continuato a leggere il mondo nelle sue molteplici forme indagando uomini, donne, bambini, luoghi, momenti quotidiani, gioie, dolori e numerose tante altre cose desiderose di essere salvate dagli inganni del tempo.

“La fotografia è per me un mestiere, una maniera di vivere, il filtro attraverso il quale entro in relazione con il mondo ed il mondo con me. La ricerca, forse assurda, di istanti di senso, di forma, nel caos della vita. Tentativo di comprendere, di comprendersi” – Ferdinando Scianna

Costanza Leonardi


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