Graphic novel is dead! – Intervista a Davide Toffolo

Scritto da il 15 Novembre 2016

La sala piena è avvolta in un buio quasi totale quando l’uomo atteso dal pubblico fa il suo ingresso in scena, inciampa fra una sedia e il suo costume ormai iconico, si riassetta, saluta, fa vedere le mani fasciate: “vorrei suonare il mio strumento, ma sono caduto in motorino” dice, prima di intonare “La tatuata bella”. Il pubblico risponde, batte le mani, accompagna Davide Toffolo con la voce e con il tempo. “Adesso ci provo” bofonchia veloce, mentre imbraccia la chitarra. Parte “La ballata delle Ossa”.

Proprio la canzone che apre l’album “Primitivi del futuro” era quella che origliavo dal foyer del teatro Campo Teatrale a Lambrate qualche ora prima, durante il soundcheck dello spettacolo Graphic Novel Is Dead di Davide Toffolo, leader della band Tre Allegri Ragazzi Morti e, soprattutto in questa circostanza, graphic novelist e fumettista. Lo spettacolo, che apre la rassegna Campo Live! – Concerti a Teatro, riassume le varie anime dell’artista pordenonese in una stand up comedy che trova la sua origine nel libro, omonimo allo spettacolo, del 2014.
Lo spettacolo alterna momenti chitarra e voce a momenti di performance teatrale dove “El Tofo” racconta la sua vita aiutandosi, durante tutto lo show, con uno strumento spesso centrale per ogni uomo: la propria console, in questo caso una Nintendo Wii. Attraverso una galleria fotografica, tipo diapositive, il narratore trasporta i presenti all’interno dei suoi spazi più intimi la sua casa, le sue montagne, il suo animale domestico i suoi passatempi e i viaggi.

 

Cos’è “Graphic Novel is Dead”?

Questa stand up comedy, come il libro, è un omaggio a Andy Kaufman. È uno spettacolo comico in cui offro una visione cinica e distaccata della mia persona. Con i Tre Allegri Ragazzi Morti abbiamo sempre lavorato sul concetto di identità, soprattutto per quanto riguarda l’idea di uomo di spettacolo, ma lasciando da parte la dimensione personale. In questo spettacolo indago la stessa materia, ma lo faccio portando all’estremo il concetto, parlo di me. Il personaggio dello spettacolo, come del libro, sono io.

 

Nella graphic novel è comune trovare lo stesso autore come personaggio principale.

È un’eredità che ci è stata lasciata dal fumetto underground. Il fumetto tradizionale è sempre stato un intrattenimento di genere, tipicamente d’avventura. Dagli anni ’60, in America si sviluppa questa nuova corrente di fumetti in cui l’aspetto autobiografico si poneva in modo antitetico rispetto a quella che era la tradizione del mezzo. All’elemento fantastico si sostituiva l’analisi della persona attraverso cui si poteva parlare della realtà in maniera esplicita. Questa è stata la grande forza del fumetto. Quindi l’elemento di centralità del disegnatore è rimasto, anche se nel mio caso non è stato immediato, ho iniziato ad inserirmi nei miei lavori verso il 2000, mentre ora lo faccio in maniera più aperta e frequente.

 

Sembrerà banale, ma leggendo il titolo, lo si associa subito alla nota frase “rock‘n’roll is dead”

In un certo senso è così, cercavo un titolo che avesse un suono punk, musicale. In più, per me, questo titolo ha valenze interessanti: dieci anni fa stavo disegnando un libro su Magnus, un grande del fumetto, e in una parte del volume il protagonista, una rappresentazione di me, doveva definire il suo lavoro e si dichiarava “un disegnatore di fumetti per adulti”. Se dieci anni fa potevo essere scambiato per un disegnatore di fumetti porno, oggi il graphic novelist è un ruolo, proprio perché graphic novel è una forma identificabile, riconosciuta a livello internazionale e abbastanza precisa: un libro che sfrutta il linguaggio dei fumetti. Il sostanziarsi in una forma riconosciuta, però, limita il mezzo, mentre io ho sempre guardato alla graphic novel come ad una emancipazione, uno spazio di libertà degli autori, perciò questo, che è il mio libro più estremo, l’ho voluto chiamare Graphic Novel is Dead.

 

Da due anni fa, quando è uscito il tuo libro, sia “Unastoria” di Gipi che “Dimentica il mio nome” di Zerocalcare sono stati candidati al Premio Strega. Il Lucca Comics è una realtà molto conosciuta a livello italiano e la sua popolarità continua a crescere, si potrebbe proseguire a lungo con un elenco che indica come il movimento del fumetto italiano goda di invidiabile salute. Quale pensi sia il motivo di questo momento molto positivo, non solo dal mero numero di vendite, ma anche a livello di critica e di riconoscimento?

Il fumetto vive un rinnovato interesse da parte dell’editoria, quindici anni fa quando dovevo pubblicare la mia prima graphic novel l’ho dovuta stampare con un editore che nemmeno si occupava di fumetti, oggi ogni casa editrice ha la sua sezione ad hoc. La cosa bella del fumetto è che è un pezzo d’arte multiplo che, a differenza di libri e cinema, che oggi sono “liquidi”, nel senso che ne possiamo usufruire in diverse forme, come ad esempio su internet, mantiene l’aspetto della fisicità dell’oggetto, anzi, oggi la carta è ancora fondamentale per le graphic novel. Questo elemento lo rende interessante per l’editoria che si occupa della vendita di pezzi. Credo fermamente che il successo del fumetto stia proprio nel fatto che è un pezzo d’arte a buon mercato.

 

Tornando alla dimensione live, negli ultimi anni sono molte le performance musicali che si mescolano con altre forme d’arte. A parte il tuo spettacolo, un esempio è il tour che Colapesce ha intrapreso con Barronciani nel cosiddetto “concerto disegnato”. Perché c’è questa esigenza di non fermarsi al semplice live musicale?

Penso ci sia una bellezza tutta sua nel vedere un disegnatore lavorare in diretta, è un atto molto intimo che viene condiviso e che generalmente non si vive. In più, è anche divertente. Ricordo che i primi esperimenti li abbiamo fatti al MI AMI di una decina di anni fa, io mi occupavo della parte dei disegni. La prima volta avevamo organizzato degli incontri canonici fra disegnatori, ma eravamo coperti dalla musica tanto che non riuscivamo nemmeno a parlare. Quindi l’anno dopo volevamo trovare un modo per rendere il progetto più evidente, così abbiamo recuperato un po’ di strumentazione fra telecamere e tavoli e, mentre le band si esibivano, gli artisti disegnavano. Si era creata anche una specie di jam session fra i vari disegnatori che si alternavano al tavolo durante i live, me la ricordo come una cosa molto viva e allo stesso tempo molto potente.

 

Sentivo durante il soundcheck che provavi delle canzoni di “Inumani” l’ultimo album dei Tre Allegri Ragazzi Morti, immagino quindi che da quando l’hai portato in scena nel 2014, lo spettacolo sia stato aggiornato.

Sì, certo. Lo spettacolo non è immobile: è diviso in moduli, ha una parte fissa e una parte che cambia di volta in volta. È un esercizio di “scrittura in diretta” sulle immagini che compongono la performance. Ogni volta ripercorro il viaggio che faccio per arrivare nel luogo dove si terrà lo show, questa parte viene sempre inserita nello spettacolo e riscritta, ovviamente è sempre diversa. In più, avendolo portato in giro per buona parte dell’Italia, mi ha dato la possibilità di ricostruire il paese in modo più variopinto e fantastico di come siamo abituati a vederlo.

 

Dopo gli spettacoli di inizio 2014, conseguenti all’uscita di Graphic Novel is Dead, ora riporterai in giro lo show?
Ho reiniziato da poco portando in scena lo spettacolo nella mia città, Pordenone, in occasione del Festival di letteratura “Pordenone legge” e lo rifarò sicuramente a Genova il 19 gennaio. Spero di poterlo fare molte volte, penso sia molto divertente, io almeno mi diverto molto a farlo e sono sicuro che se il pubblico supera lo shock iniziale di vedermi fare una cosa diversa dal mio solito e ha la pazienza di vedere come lo spettacolo si sviluppa, si diverta anche lui.

 

Ora riparte anche un tour autunnale con i Tre Allegri Ragazzi Morti.

Sì, faremo date molto speciali con chi ci ha accompagnato quest’anno: Monique Mizrahi, musicista di New York e Adriano Viterbini, tra le altre cose chitarra dei Bud Spencer Blues Explosion. Volevamo che ci fossero tutti quelli che hanno collaborato con noi per questo anno, sarà una grande festa finale.

 

 

Prossimi concerti dei Tre Allegri Ragazzi Morti:

19 novembre, Modena – Off

25 novembre, Brescia – Lattepiù

26 novembre, Cesena – Vidia Club

03 dicembre, Marghera (VE) – La Rivolta de La Tempesta

09 dicembre, Roma – Monk

10 dicembre, Bologna – Locomotiv

16 dicembre, Trezzo sull’Adda (MI) – Live Club

17 dicembre, Arezzo – Karemaski Multi Art Lab

 

A cura di Luca Trevisani


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