JazzMi 2017 – “JAZZ MISTICO” CON PAOLO FRESU 05/11

Scritto da il 6 Novembre 2017

Ieri, 5 novembre, il Pirelli Hangar Bicocca si è trasformato per un paio d’ore in un luogo sacro, a tratti mistico. Chi ha avuto il privilegio di essere presente all’esibizione di Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura e l’Orchestra da camera di Perugia ha potuto di ascoltare, meditare, forse pregare sulle note del Laudario di Cortona.

Appena terminati i saluti e i ringraziamenti del direttore artistico di JazzMi, Luciano Linzi, le luci si sono spente lentamente, il silenzio è calato e le persone con i loro occhi, le loro orecchie, i loro cuori, erano pronti ad ascoltare il La del maestro. I secondi attesa, però, sono stati inaspettatamente e bruscamente interrotti dalle note del primo brano “Altissima Luce” intonato dal coro alle spalle del pubblico. Scelta che ha sorpreso tutti e ha premesso di catturare, oserei dire incatenare, l’attenzione generale alle agili mani dei maestri e dell’orchestra.

“Altissima Luce”, brano evidentemente rivolto ad una entità superiore, metaforicamente luminosa, cui l’uomo tende per sua natura; arrangiamento egregiamente elaborato per ricordare come la musica sia il migliore strumento di espressione di tale tensione verso qualcosa che trova nelle parole un limite invalicabile. Il maestro Fresu, presentando il brano, ricorda come “Altissima Luce” sia diventato il saluto interno dei membri dell’orchestra nella fase di preparazione del progetto, dunque viene proposto all’inizio di ogni esibizione per dare il benvenuto al pubblico.

La seconda lauda eseguita, delle tredici selezionate dal maestro, si intitola “Creatore”. Le interpretazioni di questo brano sono numerose, tra esse Paolo Fresu ha elogiato quella di Mina, accompagnata da Danilo Rea al pianoforte. Un brano dalla melodia profonda, che riesce a raggiungere gli angoli più nascosti dell’animo umano. Le alternanze di intensità dell’esecuzione sono riuscite a scuotere e a sollevare allo stesso tempo i sentimenti e gli spiriti dei presenti. La coppia flicorno-bandoneon riportava la mente in un’epoca medievale: chiudendo gli occhi ci si ritrovava a passeggiare per le strade che non conoscevano asfalto, all’orizzonte solo campi da arare e grano d’orato e l’unico pensiero in testa era servire la terra e il proprio Signore. Più che un concerto, ieri al pubblico è stato offerto un viaggio nel tempo.

Il maestro Fresu ha presentato questo progetto di “jazz mistico” attribuendogli un pizzico di follia, quella follia che piace un sacco ai musicisti, in particolare ai jazzisti. Una follia, continua Fresu, che ha fatto emergere il potere della musica di esprimere ciò che c’è di eterno nell’uomo, ciò che accomuna e ha accomunato le popolazioni presenti e passate. Le melodie del laudario di Cortona erano cantate durante le liturgie, accompagnavano i pellegrini nel dodicesimo secolo e sicuramente ieri i presenti, anche solo per un attimo, si son sentiti devoti verso qualcosa di più grande o in viaggio verso un luogo che non c’è.

Un occhio di riguardo merita il maestro Michele Rabbia, percussionista. Oltre ad un tocco estremamente duttile, ha dimostrato una grande abilità nell’inserire nei punti giusti della sua esibizione diversi elementi innovativi. Sfregando una busta di plastica è riuscito a realizzare un leggero suono di riempimento che accompagnava parte del suo momento da solista. Giocando con echi e strumenti piccolissimi ha riprodotto il tintinnio di piccole gocce d’acqua che lentamente colpiscono la superficie. Tante piccolezze che arricchivano l’insieme dell’esibizione rafforzando la magia del momento.

Per essere stata la pima esibizione al di fuori di un luogo sacro, ha avuto un successo impronosticabile, testimoniato anche dalla standing ovation finale. Il lavoro di Fresu e Di Bonaventura è stato più che ripagato e lo stress dovuto al traffico sotto la pioggia è valso la profondità e lo spessore del momento. Con questo evento JazzMi ha sorpreso tutti.

A cura di Federico Lapolla


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