JazzMi 2017 – In viaggio con Paolo Fresu

Scritto da il 3 Novembre 2017

La musica è un viaggio nel tempo, nello spazio, nelle persone, nella vita. La musica spesso prende sotto braccio la fantasia, lascia per un attimo da parte la realtà e ci porta con sé lungo una strada fatta di cinque righe parallele e infiniti sassolini neri che indicano la retta via. Dove ci porta? Chissà. Paolo Fresu il prossimo 5 novembre ci porterà indietro di qualche centinaio di anni, ritornando all’era della musica scritta in quadratini e cantata in lingue lontane dall’italiano moderno. In occasione del festival del jazz di Milano l’immenso trombettista ci concederà una sua interpretazione del Laudario di Cortona, primo documento noto di volgare italiano posto in musica.

L’opera risale ai tempi in cui i la musica era scritta in notazione quadrata, era monofonica ed utilizzata per riportare la mente umana, persa nella futilità della materialità, in una dimensione liturgica e sacrale. Parliamo dei tempi in cui ancora si può parlare di musica e letteratura allo stesso tempo, grazie anche alla forte religiosità insita nella popolazione. Una realtà particolarmente distante dai giorni nostri, una musica discorde da quella moderna, insomma, un’ardua sfida quella del maestro Fresu.

 

Per il nostro artista, però, le discordanze sono un’opportunità più che un ostacolo. Durante i suoi studi in conservatorio egli si è trovato a dover opporsi alle opinioni e ai consigli del suo mastro riguardo la prosecuzione degli studi jazzistici. Non poche sono state le minacce, anche non garbate, con il rischio di essere espulso dal conservatorio e di compromettere la sua futura carriera. Senza perdersi d’animo Paolo Fresu ha trovato l’appoggio di un nuovo maestro, lontano dalla ormai ex cattedra sassarese, ha terminato gli studi nel 1984 e ha ottenuto risultati evidentemente sorprendenti.

Per Paolo Fresu non è una novità tentare il connubio tra jazz e un genere apparentemente dissimile. Ha collaborato con diversi nomi, come Michael Nyman, E. Parker e Farafina realizzando progetti “misti” tra cui Jazz-Musica etnica, World Music e Musica Antica. Proprio seguendo la scia di questi mix inaspettati nascerà la sua prossima esibizione al Pirelli Hangar Bicocca di Milano, nei pressi dell’omonima università che gli ha riconosciuto la Laurea Honoris Causa in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici.

Ascoltando le note di questo grande artista, non ci resta che lasciarci trascinare nel mondo delle laudi spirituali, all’epoca in cui si credeva nella magia, si perseguitavano le streghe, l’epoca in cui tutto era un simbolo di verità spirituali o episodi della storia sacra.

 

Maestro, ci dia il La!

 

A cura di Federico Lapolla


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