Meditazioni sinfoniche con Grisey, Messiaen e Ravel – Milano Musica alla Scala

Scritto da il 29 Novembre 2016

Il 21 novembre, Radio Bocconi ha assistito al gran finale del Festival Milano Musica presso il Teatro alla Scala. L’esibizione dell’orchestra Filarmonica della Scala – diretta dal Maestro Stefan Asbury ­– ha riassunto egregiamente le varie sonorità proposte nel corso delle cinque settimane della rassegna.

In particolare, sono state eseguite nuovamente le sperimentazioni musicali di Gérard Grisey, protagonista indiscusso della rassegna, assieme alle suggestioni di Olivier Messiaen e all’opera travolgente di Maurice Ravel.

La serata è iniziata con “L’Icône paradoxale”, brano rappresentativo dell’opera di Grisey: dalla prevalenza delle percussioni fino allo sfruttamento di tutto lo spettro sonoro orchestrale si è potuto apprezzare tutto il genio del compositore. Il duo lirico composto da Anu Komsi e Virpi Räisänen ha accompagnato alla perfezione la musica del Maestro francese, portando l’esperienza sonora ad un livello di ulteriore profondità. Le basi vocali sono infatti ispirate ad un oscuro trattato sulla prospettiva del pittore rinascimentale Pietro della Francesca, a sottolineare ancora una volta il grande bagaglio culturale del compositore. Ha destato particolare interesse anche la disposizione della grande orchestra, differente dalle cosiddette “americana” e “tedesca” – potevamo trovare trombettisti e trombonisti in prima fila tra i primi violini e le viole, per esempio.

La serata è proseguita con “Les Offrandes oubliéesméditation symphonique” di Messiaen, brano dolcissimo capace di esplorare le infinite potenzialità degli archi. Opera breve e non totalmente raffinata, la Méditation rappresenta un passaggio cruciale nella carriera del compositore, che lo ha portato successivamente a comporre opere ben più complesse e innovative.

La serata è culminata con le due suite tratte dal “Daphnis et Chloé” di Ravel. Il balletto da cui le due suite sono tratte è incentrato sulle vicende dell’omonima leggenda classica, ma spesso riproposta semplicemente in musica. Daphnis et Chloé è considerata uno dei più fulgidi esempi di impressionismo in ambito musicale e, nonostante l’assenza della componente scenica, l’opera è in grado di rievocare il sereno clima bucolico del mito greco.

La serata ha rappresentato una degna conclusione del Festival, lasciando ai fortunati spettatori un indimenticabile ricordo.

 

A cura di Gianluca Ruggeri Sara Imbeni

 

In copertina: scenografia per la premiere del balletto (1912), a cura di Léon Bakst.


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