Mirkoeilcane: a voi piace la trap?

Scritto da il 6 Maggio 2018

All’inaspettata domanda posta dal cantante romano, durante la prima data del suo “Tour poco demoscopico”, il pubblico ha risposto senza alcuna esitazione e sostanzialmente all’unanimità con un “NO” che ha fatto tremare le pareti del Santeria Social Club di Milano. Il buon Mirko si è poi rivolto singolarmente a ciascun membro della band. Francesco, il bassista senza Facebook e senza Instagram, ma con tanto groove da vendere, si è allineato al parere del pubblico; Domenico, tastierista, non è stato da meno; Alessandro, alla batteria, a quanto pare era l’unico fan di Ghali presente al concerto. A quel punto, Mirko ironicamente al microfono: “Cercasi batterista per proseguire il tour…”. Lui non è per nulla il tipo da maglioncino di Gucci, capelli colorati e denti d’oro, tanto che si è persino alzato le maniche della giacca per sottolineare l’assenza di orologi da mille carati. Non a caso si è presentato all’audience milanese con “So’ cantautore”, brano che lo ritrae in ogni suo aspetto: solitario, distaccato, cantautore per diletto e per necessità, chitarrista perché la chitarra e casa sua. Benedice poi l’inizio del tour.

Non vedeva l’ora di ritrovarsi sul palco con la band di “amici di sempre”, con la sua Fender Stratocaster e senza dover mantenere l’aria seriosa, d’obbligo durante il Festival di Sanremo. E’ questa l’atmosfera che piace a Mirko, un locale non troppo lontano dal centro, con persone che reggono una bionda media e nel frattempo canticchiano le sue canzoni, magari col rischio di ritrovarsi un tipo non del tutto sobrio sul palco che inizia a twerkare (ve lo giuro, è successo). A parte il breve inconveniente, il concerto continua sulla scia di una nuova domanda di Mirko: “Voi credete nell’amore?”. Nessuno ci crede, né in sala né sul palco, infatti gran parte delle canzoni in scaletta raccontano di storie d’amore raramente con lieto fine. Beatrice e Lorenzo, si son conosciuti a trent’anni, ora vivono insieme in una casetta fuori città, amano entrambi viaggiare, ascoltano De Andrè, odiano il mainstream, peccato che l’assenza di lui a causa del lavoro viene compensata dal vicino che le tiene la mano ed è disposto ad ascoltarla. Per una coppia, stavolta di ragazzini, Mirko immagina una storia molto intensa che dura giusto qualche mese. Se da ottobre ad aprile va tutto bene, i problemi, sappiamo tutti, iniziano a manifestarsi con l’incombere dei mesi estivi, non a caso uno dei brani più ironici e divertenti di Mirko si intitola “Se ne riparla a settembre”. “Whisky per favore”, invece, è la sua storia d’amore vissuta da ragazzino e se volete sapere come è andata a finire, vi basta rileggere il titolo e sarà tutto più chiaro.

Tralasciando il sentimento che ha fatto nascere hit e canzoni in ogni epoca e in ogni dove, il nostro cantautore romano ha pensato bene di scrivere una canzone su ciò che spesso viene messo alla base dei rapporti meno duraturi, occasionali, spesso rimossi a causa di condizioni psicofisiche non proprio stabili: “La fre(tta)”. Si, perché cambiando le consonanti centrali sarebbe stato troppo esplicito. Brano composto molto prima dell’esperienza sanremese; il parlato c’è sempre, lo si ritrova praticamente nella metà delle canzoni di Mirko, il riff di chitarra invece è una peculiarità solo delle sue prime uscite, purtroppo. Forse lui ci soffre po’ per questo, ha studiato per anni il suo strumento ed ora non può nemmeno utilizzarlo quanto desidera. Ci vorrebbe qualcuno che risollevi la discografia, canta ne “La giuria”, qualcuno che abbia ancora voglia di ascoltare gli assoli di chitarra elettrica, perché sono una delle cose che sa fare meglio. Un po’ per scaletta, un po’ per far trasparire simpaticamente la verità, si ferma improvvisamente durante i suoi virtuosismi sostenendo che nessuno più vuole ascoltarli. Probabilmente per molta gente è così, ma quelli che sono lì ad ascoltarti non vogliono altro che sentire il vero Mirko Mancini, quindi non preoccuparti, il prossimo assolo puoi anche prolungarlo di qualche battuta senza paura.

Insomma, buona la prima per Mirkoeilcane. Il Santeria aveva predisposto una serie di sedie per il pubblico, ma tu sei riuscito a farli alzare, saltare, ballare, non avresti potuto desiderare di meglio. Ci auguriamo che continui così per tutto il resto del tour!

A cura di Federico Lapolla


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