JazzMi 2017 – Nels Cline, un romantico a Milano

Scritto da il 30 Ottobre 2017

 

È tempo di jazz a Milano, mancano infatti pochi giorni all’inizio del festival JAZZMI, rassegna che porterà ad esibirsi nel capoluogo lombardo artisti di fama internazionale.

 

Il 6 novembre al Teatro dell’Arte in Triennale sarà la volta di Nels Cline, chitarrista americano principalmente conosciuto per la sua partecipazione al progetto Wilco, uno dei gruppi più influenti degli ultimi 20 anni di rock con uscite del calibro di “Yankee Hotel Foxtrot”, una vera pietra miliare della musica di ricerca d’oltreoceano, capitanato dalla voce di Jeff Tweedy. Cline presenterà il suo ultimo lavoro da solista, “Lovers”.

 

Come comprensibile già dal titolo, il lavoro è permeato di romanticismo dal primo all’ultimo ottantanovesimo minuto. La tematica si sviluppa su tutta la lunghezza in modo compatto, grazie ad esempio ad un uso del tempo che viaggia su frequenze omogenee fra le tracce, ma non piatto: la chitarra di Cline, vera protagonista, lega i fiati di pezzi come “Glad you came” agli archi a volte più canonici di tracce come la successiva e forse regina dell’album “Beautiful love” a volte sperimentali come nel caso di “Snare, girl” dove ai molti piatti del disco si uniscono anche percussioni più decise dando al tutto un’ulteriore ampiezza cromatica. Una riga va concessa alla coda, “The bond”, pezzo attraversato da questo arpeggio tanto semplice quanto efficace che ci accompagna ad un pulitissimo accordo di chiusura.

 

 L’album uscito nel 2016, era un progetto a cui Cline sognava di lavorare da più di venticinque anni, ispirato dalle influenze di Bill Evans, Jim Hall, Gil Evans, Johnny Mandel e Henry Mancini. La tracklist contiene 18 brani tra inediti e brani incisi originariamente con i Sonic Youth. Frammenti di sperimentalisti come Arto Lindsay o del sassofonista Third Stream Jimmy Giuffre sono tra le fascinazioni più interessanti del chitarrista di Los Angeles. Nel disco suonano tra gli altri l’arpista Zeena Parkins, Erik Friedlander al violoncello e Yuka Honda alle tastiere.

 

Anche il fratello Alex alla batteria, che aveva iniziato con lui quando erano adolescenti. Facevano parte di una band chiamata Homogenized Goo, e per tutti gli anni ’80 i due suonarono in diverse formazioni jazz. Dopo aver collaborato a diversi progetti, nacque il Nels Cline Trio, e successivamente arrivarono le incisioni in studio di “In-store” e “Pillow Wand” dei Sonic Youth. Nel 1999 insieme al batterista Gregg Bendian lavorò a una riedizione di “Interstellar Space” di Coltrane (1967). Insomma Cline ha suonato un po’ di tutto, il suo contributo è presente in oltre 150 dischi tra jazz, pop, rock e country. Nel febbraio 2007 è stato inserito dalla rivista Rolling Stone nella lista “Top 20 New Guitar Gods” con il soprannome “The Avant Romantic”. Uno come Jeff Tweedy non poteva lasciarselo scappare, da musicista altrettanto geniale, lo ha chiamato a far parte degli Wilco, in cui ormai milita dal 2004. Il suo stile ricco di effetti da pedaliera e di loop machine ha donato un valore inestimabile a tutti i lavori della band di Chicago da “Sky blue sky” in poi.

 

Era il 12 novembre 2016 l’ultima volta che Cline e soci hanno deliziato il pubblico milanese al Fabrique, un digiuno di quasi un anno che avrà fine tra qualche giorno alla Triennale.

 

A cura di Luca Trevisani e Mattia Sofo

 

                                                                             

 


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