OZ NOY TRIO AL BLUE NOTE MILANO
Scritto da Redazione Radio Bocconi il 14 Ottobre 2019
Radio Bocconi torna al Blue Note per il terzo immancabile appuntamento di questo semestre con la musica jazz: dopo il blues di Sergio Caputo e la samba di Rosàlia de Souza, questa volta il pub in blu si riempie di sonorità che spaziano tra jazz, funky, rock, blues e r&b.
Per darvi un’idea della serata, bisogna iniziare dai suoi protagonisti: Oz Noy alla chitarra, Dennis Chambers alla batteria e Jimmy Haslip al basso.
Oz Noy è autore dell’album Booga Looga Loo (2019) da cui è stato estratto il primo brano della serata, Chocolate Shuffle. Per descrivere la sua musica con le sue stesse parole: “It’s Jazz. It just doesn’t sound like it.” Le pedaliere opportunamente collegate ad una visivamente invecchiata Fendere Stratocaster hanno permesso a Noy e compagni di suonare della sana fusion, spaziando dall’acid blues al rock psichedelico dalle sonorità alla Syd Barret. Di origine israeliana, Oz Noy ha suonato, fra gli altri, con Richard Bona, Chris Botti, Mike Clark, Harry Bellefonte, Cyndi Lauper e in numerosi spot e colonne sonore.
Non da meno Dennis Chambers, leggenda della musica jazz e funk. Indossando il cappellino che lo caratterizza in tutte le sue performance live, ha dominato il centro del palco circondato da un set di sette tom e sei piatti, che ha magistralmente domato a colpi di spazzole e bacchette. Bambino prodigio e musicista autodidatta, Chambers ha collaborato con John Scofield, Carlos Santana, Mike Stern, Bill Evans, Kenny Garrett e tanti altri.
Ultimo ma non per importanza Jimmy Haslip, che con il suo basso a sei corde ha fatto da collante agli altri due elementi del trio. Intensi i suoi assoli, durante i quali l’artista statunitense sembrava assorbito completamente dal potere della musica. Abbiamo avuto il piacere di scambiarci qualche parola a fine concerto e ci ha confessato il motivo per il quale chiude gli occhi mentre suona: il suo obiettivo è di offrire la migliore performance possibile ogni volta che sale sul palco. Ogni nota, ogni assolo, ogni tocco era attentamente pensato e ricercato dal bassista. Ulteriore conferma della qualità del musicista è stato l’ennesimo cambio di genere a circa metà del concerto. Mentre il trio eseguiva un inedito di Noy alludente ad uno swing degli anni ’50, il buon Jimmy Haslip, grazie ad un diverso settaggio di toni e pick-up del basso a sei corde ed un tocco da maestro, emulava perfettamente il suono di un contrabbasso per permettere a tutti di chiudere gli occhi e ritrovarsi nella New Orleans dell’epoca.
Tornando a Noy, la prima cosa che si nota della sua performance è che ama variare molteplici volte il suono della sua chitarra, non solo durante l’intero live, ma all’interno di ogni brano. Molti dei chitarristi in sala a fine concerto si sono avvicinati alla sua postazione per poter osservare la quantità di pedali ai piedi dell’artista. L’ampio range di generi musicali abbracciati durante la serata necessitavano sicuramente di wah wah, phaser e delay di qualità, per non parlare di distorsioni e overdrive che avrebbero fatto invidia anche alla diavoletto di Angus Young. Molto spesso, durante il concerto, è stato facile associare i delay psichedelici e la Strato di Noy con l’intramontabile Gilmur agli albori della sua carriera.
Rimanendo in tema di ‘ricerca del suono’, ad un certo punto il trio si è visto costretto ad eseguire un brano registrato in studio con un tastierista, prontamente ringraziato, che non li ha seguiti in questo live. Noy, a tal proposito, ha presentato il brano puntualizzando: “We don’t have a keyboard, but…let’s see what happens, anyway!”. La qualità artistica e la flessibilità del trio hanno permesso di eseguire ugualmente il brano concedendo, per di più, un ampio spazio per i soli dei tre musicisti sul palco.
L’ultimo brano della serata, prima dei bis, è stato un “omaggio pubblicitario” ai Beach Boys. Il riarrangiamento di “God Only knows” di sicuro sarebbe stato gradito agli autori, per non parlare dei molteplici inviti da parte di Noy a comprare l’album a fine concerto.
Insomma, il Blue Note ci ha stupito ancora una volta grazie alla qualità ed alla professionalità degli artisti saliti sul palco. Ormai il locale è diventato per noi un porto sicuro: per una qualsiasi serata sono garantiti della buona musica e del buon whisky. Cosa potrebbero desiderare di meglio degli studenti universitari come noi, follemente innamorati della musica?
Consigliamo a tutti i nostri colleghi (e non) di tenere in considerazione le prossime serate:
15 Ottobre – Dee Dee Bridgewater
17 Ottobre – Sagi Rei
22 Ottobre – Richard Bona & Alfredo Rodriguez
Per non parlare di tutti gli ospiti previsti per la settimana del JazzMi.
Noi sicuramente ci saremo, e voi?
Federico Lapolla
Raffaella Dimastrochicco