Pagelle in trentesimi (siam pur sempre universitari) della terza serata di Sanremo 2017

Scritto da il 10 Febbraio 2017

È facile far sì che una bella canzone piaccia. Questa sera, lo erano tutte. Meno facile è rendere giustizia ad una bella canzone. Di conseguenza, abbiamo cercato di giudicare i cantanti in gara sulla base della pura interpretazione. Ecco i nostri voti.

Chiara, Diamante (Zucchero). L’effetto bucolico originale del pezzo non viene perso ma anzi, con il contributo del maestro Pagani, forse acquisisce un tocco di eleganza. La voce di Chiara si sposa perfettamente con il testo e la musica; l’arrangiamento è all’altezza delle aspettative. Violino in chiusura: semplicemente sublime. 30

Ermal Meta, Amara terra mia (Domenico Modugno). La performance è ricca di sentimento. La sua voce è struggente. Ci aspettavamo un arrangiamento forse meno tradizionale, ma sicuramente Ermal è riuscito a coinvolgere tutti. L’uso del falsetto è intrigante. 28

Lodovica Comello, Le mille bolle blu (Mina). Sicuramente difficile cantare Mina. Lodo doveva sfruttare altre qualità e secondo noi ci è riuscita alla grande. L’arrangiamento è intelligente e fresco, adatto alla sua personalità. La scenografia è coinvolgente e rende giustizia al lepore del pezzo. 27

Al Bano, Pregherò (Adriano Celentano/The Moody Blues). Anacronistico. Ha ancora tanta energia da portare sul palco dell’Ariston. A tratti un po’ impacciato nelle estensioni della sua vocalità. La canzone scelta forse lo ha penalizzato eccessivamente. Per il maestro, 26

Fiorella Mannoia, Sempre e per sempre (Francesco De Gregori). La perfezione. Danilo Rea è il valore aggiunto a quest’artista stupenda. Non le è bastato presentare un inedito che mette d’accordo tutti, ha voluto pure farci piangere con la canzone di De Gregori. Capolavoro. 30L

Alessio Bernabei, Un giorno credi (Edoardo Bennato). E’ riuscito a rovinare una delle canzoni più belle che Bennato abbia mai scritto. L’arrangiamento non rende giustizia all’originale. La grinta intrinseca nel pezzo si perde perché Alessio si contiene troppo, non è mai a briglia sciolta (forse già in lutto per il suo ciuffo). Bocciato

Paola Turci, Un’emozione da poco (Anna Oxa). Possiamo tranquillamente dire di essere al pari dell’originale. La canzone sta addosso a Paola come il suo tailleur ben cucito. Manca forse quella scintilla che avrebbe portato la perfezione, ma la grinta c’è ed è genuina. 29

Gigi D’Alessio, L’immensità (Don Backy). Il brano è difficile tecnicamente, come ci ricorda anche Maria in apertura. Inizia debolmente, Gigi non convince. Il momento al pianoforte, tuttavia, funziona e porta molti voti, favorendo l’entrata nell’ultimo ritornello, energico. 18 prima del piano, 23 dopo 

Francesco Gabbani, Susanna (Vasco Rossi). Da un lato, la rivisitazione è fatta à la Gabbani, e piace. Dall’altro, Francesco ci dà l’idea di essere in grado di fare solo questo genere di canzoni. 25

Marco Masini, Signor tenente (Giorgio Faletti). L’arrangiamento osa, e ciò porta via un po’ d’intensità: è uno di quei brani che necessitano di una performance la più fedele possibile all’originale per riuscire bene. In generale, si ha l’impressione che Marco stia dimenticando il suo passato; si apprezza il tentativo di rinnovare, ma forse la direzione non è quella giusta. 30 per la scelta del brano, 26 per l’esecuzione

Michele Zarrillo, Se tu non torni (Miguel Bosé). Abbiamo cercato motivi per non dare il massimo durante la performance, ma non ce n’erano. Ha “cacciato” la voce. 30

Elodie, Quando finisce un amore (Riccardo Cocciante). Ottima tecnica e alta intensità emotiva. L’arrangiamento è classico e raffinato, la sua voce si cala bene nella parte. Manca la scintilla che fa scattare le lacrime. 28

Samuel, Ho difeso il mio amore (I Nomadi/Ben E. King). La sua voce per questo brano ha un effetto curioso. Ce ne sarebbe voluta un’altra, più forte e solida. Anonimo. 25

Sergio Sylvestre, La pelle nera (Nino Ferrer). Partiamo bene, con una ventata di simil-black music che dovrebbe far divertire. A metà performance purtroppo subentrano problemi tecnici che rovinano il resto del brano e che ci impediscono di dare un giudizio. Peccato per Sergio e per i Soul System, una bella aggiunta. Senza voto

Fabrizio Moro, La leva calcistica della classe ’68 (Francesco De Gregori). La scelta è ottima, la performance centra lo spirito della canzone. Quasi perfetto. 29

Michele Bravi, La stagione dell’amore (Franco Battiato). L’arrangiamento è molto interessante e valorizzerebbe la canzone, ma con la voce particolare di Michele risulta un po’ snaturato. 25

 

Dopo le cover, è la volta delle performance dei 6 campioni a rischio eliminazione. Iniziamo dagli eliminati. Nesli e Alice Paba sono stati scartati e così doveva essere: il duetto funzionava malissimo. Ci dispiace invece per l’altro duetto, Raige e Giulia Luzi, che forse non meritava questa fine: il pezzo al secondo ascolto rende molto meglio, c’era affiatamento fra i due e in radio sicuramente avrà successo. Ron canta meglio, ma il brano lascia a desiderare. Bianca Atzei ha cantato molto meglio che all’esordio, ma il brano è banale. Saremmo curiosi di sentirla con un brano scritto veramente bene. Clementino “spacc e vetrin”, sarebbe stato salvo senza ombra di dubbio se avesse votato la sala Lucio Dalla. La salvezza è centrata, ma il brano non è all’altezza del solito Clementino, ma è adatto per l’Ariston. Giusy è arrabbiata e si vede. La canzone non è bella, ma sarà un gran successo in radio.

Il momento con la Orquesta Reciclados de Cateura è il migliore della serata. Si vede la Passione, quella vera. 30L a loro e a Carlo Conti per averli portati da noi.

 

A cura di Francesco Oreste e Luca Stanus Ghib


Traccia corrente

Titolo

Artista