Pagellone della terza serata del Festival di Sanremo 2019

Scritto da il 8 Febbraio 2019

La terza serata si apre con grandi aspettative, dopo l’armoniosa puntata di ieri. Grandi ospiti anche stasera, tra cui Antonello Venditti, Alessandra Amoroso e Serena Rossi.

Di seguito, il nostro pagellone:

MAHMOOD, SOLDI –Nonostante abbia dovuto rompere il ghiaccio in questa terza serata esibendosi per primo, al contrario della prima puntata in cui si è esibito per ultimo, la sua performance è stata alla pari della precedente. Iniziano a emergere le debolezze del testo, che vanno a scontrarsi con il ritmo coinvolgente del brano. VOTO: 6.5.

ENRICO NIGIOTTI, NONNO HOLLYWOOD – il cantante si è esibito con maggiore determinazione, rendendo partecipe il pubblico anche attraverso il testo diretto e sincero. VOTO: 7.

ANNA TATANGELO, LE NOSTRE ANIME DI NOTTE – nell’esibizione abbiamo riscontrato delle ottime doti canore, accompagnate però da un testo privo di spessore, inconsistente. VOTO: 5.

ULTIMO, I TUOI PARTICOLARI – buona la prima, ottima la seconda. Un’esibizione con i fiocchi, probabilmente aiutata dall’assenza del piano che ha permesso all’artista di concentrarsi maggiormente sulla performance canora. Ci ha trasmesso molta più energia e molte più emozioni, pur non avendo introdotto elementi innovativi nel suo repertorio. VOTO: 7.5.

FRANCESCO RENGA, ASPETTO CHE TORNI – senza la forte responsabilità di aprire il festival, l’ansia da prestazione è stata pienamente gestita, regalandoci un’esibizione che vede un maggior contatto con il pubblico e una maggior espressività. VOTO: 6.5.

IRAMA, LA RAGAZZA CON IL CUORE DI LATTA – a differenza del precedente artista, Irama si culla sugli allori della prima serata. L’espressività del suo viso ha tentato di trasmettere pienamente il dolore del tema trattato, ma è stato tradito da imprecisioni tecniche che non ci hanno fatto apprezzare totalmente il suo brano. VOTO: 6.5.

PATTY PRAVO & BRIGA, UN PÒ COME LA VITA – la coppia è armoniosa dal punto di vista canoro. Purtroppo, però, il brano non è all’altezza delle loro potenzialità. Apprezziamo l’impegno. VOTO: 4.5.

SIMONE CRISTICCHI, ABBI CURA DI ME – canzone molto dolce, ben scritta, testo di spessore, che convince. Probabilmente, rispetto agli altri artisti in gara, la canzone è eccessivamente “lenta”, e può non essere apprezzata del tutto. VOTO: 5.5.

BOOMDABASH, PER UN MILIONE – canzone che esce dallo standard del gruppo, ma senza tradirne le origini. Un brano molto piacevole da ascoltare con un ritmo tropical e un ritornello orecchiabile i cui elementi sposano i canoni radiofonici. VOTO: 6.

MOTTA, DOV’È L’ITALIA – l’artista si è trovato finalmente a suo agio sul palco, dando tutto sé stesso. Il testo probabilmente non sarà compreso da tutti e forse non verrà apprezzato per il reale significato che invece l’artista vuole mediare. VOTO: 7+.

THE ZEN CIRCUS, L’AMORE È UNA DITTATURA – anche in questo caso, attraverso la loro seconda esibizione, il pubblico è riuscito a percepire maggiori emozioni e maggiore patos. Gli ascoltatori non riusciranno ad apprezzare a pieno il testo però noi confidiamo nelle loro capacità. VOTO: 7-.

NINO D’ANGELO & LIVIO CORI, UN’ALTRA LUCE – ancora una volta la performance non è stata capace di risollevare le sorti della canzone, a tratti noiosa e dozzinale. VOTO: 3.

Tutto stava procedendo nella giusta direzione. Gli artisti si susseguivano nelle loro esibizioni intervallati da super ospiti e sketch comici che finalmente riescono a strappare qualche sorriso, nonostante la conduzione di Claudio Baglioni non sia sempre al top.

Poi a un certo punto, sale sul palco del Teatro Ariston di Sanremo Fabio Rovazzi, idolo dell’ignoranza sul web. E ci chiediamo, come può accadere una cosa del genere durante un festival che dovrebbe rappresentare il meglio della musica italiana? Non solo, come può lo stesso Baglioni duettare con Rovazzi canticchiando con la sua splendida voce due sillabe da coro?

Poi tutto è rientrato, ed è tornata la normalità. Che brutti scherzi che ci fai, Claudio…


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