Radio Bocconi Awards parte prima

Scritto da il 8 Febbraio 2018

Sopravvissuti ai primi due giorni di Sanremo, gli eroici inviati della nostra troupe ritengono opportuno tirare le somme sulle prime serate al Teatro Ariston. Ecco a voi gli attesissimi awards di metà festival. Perché, come diceva qualcuno, nel bene e nel male l’importante è sempre far parlare di sé.

Premio spontaneità: Nina Zilli

Questa sera Nina si aggiudica il premio per il saluto pù simpatico e spontaneo a fine esibizione. “Ciao Fru”, esclama appena prima di scendere dal palco, rivolgendosi al membro dei The Jackal, gruppo di Youtuber che sta attualmente collaborando con Pierfrancesco Favino in una serie di video che riguardano il Festival e lo pubblicizzano in maniera molto simpatica. La cantante abbandona per un attimo l’aria seriosa che la canzone alquanto impegnata le impone di mentenere e si lascia coinvolgere nello sketch.

“Premio” alla peggior comparsa: Roy Paci

Non che non riponiamo fiducia nelle sue doti canore, ma se solo fosse possibile anche solo sentirlo parlare sarebbe un vero piacere. La sua tromba è la perfetta compagna di Diodato, ma a Sanremo cantano tutti, canta Fiorello, canta Michelle, canta Favino, potrebbe cantare anche un concorrente in gara.

Premio miglior avance: Elio

Elio col suo terzo occhio disegnato in fronte ne approfitta: saluta il pubblico parlando nel microfono sbagliato, quello piazzato sulla scollatura vertiginosa di Michelle. Gli anni passano caro Elio, ma hai ragione, Michelle non passa mai.  Forse ha scelto l’edizione sbagliata del Festival per spingersi leggermente oltre il limite del decoro (della decenza), ma è l’ultima occasione per salutare la Hunziker.(la parte femminile del duo di giornalisti he si occupa dell’articolo si dissocia dall’assegnazione di questo premio)

Premio miglior Baglioni: Claudio Baglioni (e Biagio Antonacci)

“Mille giorni di te e di me” con Biagio Antonacci è il trionfo baglionesco. A Casa Sanremo, dove ci siamo rintanati a scrivere, la gente è in delirio, tutti cantano mentre all’Ariston parte una super standing ovation. L’alternanza fra le voci è ben definita, complice la chimica fra i  Biagio e Claudio e l’abbraccio finale fra I due è la coronazione del duetto perfetto.

“Premio” peggior Baglioni: Claudio Baglioni (e Rosario Fiorello)

Un’esibizione da far venire i brividi ma non in senso positivo, “E tu”, cantata da Fiorello e Baglioni durante la prima serata è a tratti un duetto, a tratti una gag. Fiorello ha una voce eccezionale, e può ben tenere iil palco da solo, abituato ai suoi one man show. Baglioni, invece, potrebbe ma non fa: canta e non canta, sbaglia un’entrata, finge (?) di offendersi quando Fiore gli ruba la scena e ad una certa quasi se ne va. Certo, non dev’essere facile dividere il palco con un comico di tutto rispetto come Rosario, ma Claudio è pur sempre il direttore del Festival, e se si è scelto una task, portarla a termine fino in fondo è d’obbligo. Male male, hai voluto la bicicletta? E allora pedala.  

Premio Macometivesti? : Marco Castellani de Le Vibrazioni

Due serate su due, Marco sembra Bon Scott degli AC/DC ad un festival scozzese, con una gonn.. dei pantal… insomma, qualsiasi cosa sia quel pezzo di tessuto che lo copre dalla vita agli stinchi. Libera interpretazione. Il basso ancora più in basso per un bassista non molto basso (che sembrerebbe un po’ più basso se solo portasse il basso un po’ meno in basso). Musicista di alto livello, il bassista della band milanese che ha fatto sognare un’intera generazione, veste trasandato come un teen-blogger durante la fashion week. Ovvero, non bene.

Premio Macometivestibene!: Michelle Hunziker

“Michelle ma belle” cantavano i quattro di Liverpool. Ma se la Hunziker è già bellissima in partenza, con un sorriso che è di per sè un accessorio eccezionale, non si può dire che in questi due giorni non abbia regnato anche sul piano dell’eleganza, grazie alla  successione di abiti griffati che le sono stati assegnati. In particolare il primo abito, con cui Michelle apre il festival ha fatto innamorare tutti: nero, elegantissimo, con una scollatura vertiginosa ma non volgare, permette a Michelle di affiancare degnamente i suoi co-conduttori in smoking e papillon e ci fa adorare il suo stile sin dall’inizio della primissima serata. Stupenda. 

Re dell’Ariston: Pippo Baudo

Alla sua quattordicesima volta nello storico teatro, Pippo prende in giro il suo stesso festival, ma subito dopo ricorda il buon Modugno che lo ha avvicinato alla canzone italiana e di come al suo primo Sanremo ha dovuto cacciar via a calci Louis Armstrong, convinto di dover tenere un intero concerto. Gli elenca tutti, Pippo: dagli italianissimi Laura Pausini, Giorgia, Ramazzotti, Begnigni e Fiorello agli artisti d’oltreoceano come Whitney Houston e Bruce Springsteen e in questo modo marca il suo territorio. Standing Ovation d’entrata e d’uscita.
Perché, se Sanremo è Sanremo, Pippo Baudo è pur sempre Pippo Baudo. Il presentatore dei presentatori, sovrano indiscusso dell’Ariston.

Regina dell’Ariston: Ornella Vanoni

Altra corona ad Ornella Vanoni, che ad 83 anni suonati e con ben sette festival di Sanremo alle spalle ha ancora tanto da insegnare a tutti in tema di signorilità. Una voce incredibile, nel corso dell’esibizione della secondo serata tiene il palco ancor meglio che nella serata di apertura. Bello anche l’outfit, più semplice e raffinato rispetto al vestito bianco della prima esibizione. Ornella vince su tutta la linea, guadagnandosi a prescindere, almeno ad honorem, lo scettro della competizione canora.

Premio al miglior superospite: Sting

Che la nostra lingua non sia facile da parlare per gli stranieri lo si sa molto bene, ma l’impegno dimostrato da Sting nel cantare “Muoio per te” è davvero incredibile. La scelta di Claudio ha funzionato alla grande e Sting risponde positivamente. Alla domanda di Favino sull’influenza della musica italiana, poi, Sting risponde citando da Verdi e Rossini fino a Pavarotti e Zucchero. È un momento bellissimo e un grande elogio al paese ospitante. Sting, inimitabile superospite, colpisce. L’esibizione con Shaggy mostra come si possa rimanere musicalmente giovani anche a 66 anni. Un esempio da imitare.

Premio al peggior superospite: Laura Pausini

Premessa: la colpa non è certamente sua. Ma Laura, oh Laura! Certo ci dispiace che tu sia a casa e ci dispiace che tu stia male. Ma ci dispiace quasi di più per il siparietto messo su per rimediare alla tua assenza (vedi su alla voce “Premio” peggior Baglioni).
Messa in attesa da Rosario e Claudio, la Pausini viene letteralmente dimenticata da tutti fino a ben dopo la fine dell’imbarazzante duetto. E il momento diventa se possibile ancor più imbarazzante. Si poteva evitare.

Barba d’oro award: Beppe Vessicchio

Beppe Vessicchio ovviamente vince su tutta la linea. Il suo stile è inimitabile, in viso ha un’opera d’arte, un bassorilievo inciso nel marmo. Nonostante sia una chioma, la barba del maestro non riesce a coprire il suo sorriso e la sua sincera simpatia. Uno dei pochi uomini al mondo a tenerla con una simile eleganza e portamento signorile. Primo vero hipster, ragazzi, prendete lezioni di stile.

Miglior quote: Roberto Vecchioni

Non possiamo che riportare le parole del prof, che emoziona Ariston e pubblico a casa dopo l’esecuzione di Samarcanda: “I miei brani non sono capolavori. I capolavori sono altri, penso a MacBeth, penso alla Nona di Beethoveen… Ecco, queste sono delle querce. Le canzoni invece sono delle cose passeggere, sono dei fiori che ci scambiamo ogni giorno,. Ma io, quando ascolto la donna cannone, alla quale non interessa di essere brutta fuori ma solo bella dentro, oppure quando sento di Piero che non spara e muore fra i papaveri, sono contento di essere un non-poeta, ma uno scrittore di canzoni.”

Miglior svegliapubblico: Mago Forrest

Arrivati all’una di notte è difficile mantenere svegli gli spettatori, in sala e non. Forrest ci riesce, e nel farlo coinvolge anche i conduttori, Claudio, Michelle e Pierfrancesco. La scelta dell’ospite è strategica e i suoi numeri e le sue battute irriverenti tengono tutti sulla punta della sedia. Alla fine i conduttori hanno tutti il fiato corto per le risate e l’atmosfera è alleggerita al punto giusto per la classifica finale.
Bonus quote: “Quella sera che Forrest è morto e che I Carabinieri hanno portato via Baglioni io c’ero”.


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