Recensione Niccolò Fabi @ Carroponte – 06/07/2017

Scritto da il 8 Luglio 2017

Il CarroPonte si riempie piano di gente sorridente, piccoli, grandi, tutti pronti a godersi lo spettacolo della musica di Niccolò Fabi. In apertura i Blindur, già ospiti delle nostre Nowhere Session, indimenticabile chiaccherata. Massimo e Michelangelo calano il pubblico in un’atmosfera folk, aiutandolo a dimenticarsi delle zanzare. Poco meno di venti minuti di set, poi è il momento di Niccolò.

Sale sul palco e parte con la nuova versione de “Il giardiniere”, uno dei pezzi risalenti al suo esordio, e subito dopo, per contrasto, due pezzi del suo ultimo lavoro, “Una somma di piccole cose”.

Il momento di “Solo un uomo” è sacro, si tratta forse del suo pezzo più importante.

Arriva il momento delle canzoni d’amore: “La promessa”, poi “10 centimetri”, un brano di “Sereno ad Ovest”.

“Mi sembra giusto suonarvi anche dei pezzi che non hanno avuto eccessiva fortuna mediatica” dice Niccolò prima di sedersi alla tastiera e suonare il pezzo con un’intensità incredibile, momento da brividi.

Ce ne sono parecchi ai suoi concerti, perché per forza di cose, quando ti sparano addosso poesia in musica non puoi non cedere all’incanto. In questo gioca un ruolo importante la band di Alberto Bianco, che suona da paura.

Nicc suona “Ecco” e poi confessa: “E’ stato il pezzo più difficile da scrivere in questi vent’anni, ma per fortuna qualche anno dopo ho potuto scrivere questo”. “Le chiavi di casa”. Sono canzoni d’amore anche queste, ai suoi figli, alla piccola Lulù che non lascerà mai andare, e a Kim.

Di nuovo alla tastiera per “Una mano sugli occhi”, e poi tutte le voci del CarroPonte lo accompagnano nel negozio di antiquariato.

Da qui alla fine del primo set è un crescendo, “Una buona idea”, “Costruire”, “Vento d’estate”.

Un nuovo arrangiamento anche per “Offeso”, che vede Niccolò esibirsi al banjo durante il brano che è un rito collettivo, per essere offesi insieme, per essere almeno sotto a quel palco, una comunità.

“Lasciarsi un giorno a Roma” con le chitarre scatenate, e poi piccola pausa, 19 brani tirati prima del bis che si apre con “Facciamo finta”. Come nel tour precedente, c’è anche il momento di Alberto Bianco che canta insieme a Nicc la sua “Mela”. Dopo “Capelli”, e il gran finale con “Lontano da me”, che riempie l’aria di libertà, di leggerezza, di gioia. E’ così che esci dai coretti finali, estremamente felice. Felice e grato, ad un artista che come nessun’altro sa raccontare le sfumature di ogni colore dell’essere umano. L’applauso finale è bello lungo, e come aveva fatto a Roma la sera dell’ultimo concerto con Silvestri e Gazzè, si prende tutto il tempo necessario per guardare il suo pubblico.

E’ un pubblico cresciuto rispetto a qualche anno fa, quando sul palco più piccolo del CarroPonte aveva deliziato una platea più intima. Ed è giusto così, te lo meriti tutto.

 

Mattia Sofo

 

 

 

Setlist:

Il giardiniere

Una somma di piccole cose

Ha perso la città

Solo un uomo

Filosofia agricola

Non vale più

La promessa

10 centimetri

Rosso

È non è

Ecco

Le chiavi di casa

Una mano sugli occhi

Il negozio di antiquariato

Una buona idea

Costruire

Vento d’estate

Offeso

Lasciarsi un giorno a Roma

 

Encore:

Facciamo finta

Mela (Bianco)

Capelli

Lontano da me


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