Ripartire controcorrente

Scritto da il 26 Ottobre 2016

Domenica 23 ottobre, Radio Bocconi ha avuto l’opportunità di assistere ad uno spettacolo di musica contemporanea nell’ambito della rassegna Milano Musica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.

La rappresentazione ha compreso due pezzi, dissimili sul piano temporale e concettuale quanto vicini nell’attenzione verso l’intrattenimento del pubblico e nell’originalità del contenuto.

Lo spettacolo ha preso il via con l’opera multimediale “Ballet Mécanique”, film cubista del 1924 realizzato dal pittore Fernand Léger, accompagnato dalle musiche di George Antheil. La sua portata rivoluzionaria è rappresentata dal fatto che si ponesse in netto contrasto con il resto della cinematografia del tempo, basata sulla comicità fisica tipica dello slapstick e sulla linearità della trama, ancora prima di Un Chien Andalou di Luis Buñuel.

L’ensemble del conservatorio ha portato il pubblico indietro di novant’anni, nella vera e propria esperienza sonora di un nickelodeon. Il contesto di transizione tra due guerre e l’ambito della meccanizzazione si riflettono sia sulla scelta delle immagini proiettate, totalmente scollegate tra loro, causando una sensazione di spaesamento, sia sulla musica, violenta, impetuosa e meccanica.

Finita la rappresentazione del film, le immagini cubiste lasciano spazio ad un’intervista al M° Donatoni, che anticipa la seconda parte dello spettacolo parlando della sua esperienza a Melbourne in cui di punto in bianco gli fu diagnosticato il diabete e fu portato in fretta e furia al più vicino ospedale: l’Alfred Hospital, location di “Alfred, Alfred!”.

 

Luci blu illuminano la platea e il palco e il suono delle sirene inonda la sala. Ci troviamo letteralmente accanto al maestro nella sua corsa verso l’ospedale. Il telo su cui era stato proiettato il Ballet cade rivelando tutta la scenografia.

Alfred, Alfred” è uno spettacolo sui generis, una delle poche opere comiche in grado di intrattenere un pubblico così abituato ai media moderni. Composta nel 1995, narra delle disavventure del maestro e degli altri pazienti nell’ospedale di Melbourne in chiave tanto esagerata quanto autoironica, riuscendo nell’intento di strappare una risata ai presenti fra un gorgheggio e l’altro. Il maestro Sandro Gorli, direttore dell’ensemble, diventa per una sera l’incarnazione del M° Donatoni, coinvolto nella rappresentazione, ricevendo omaggi dagli amici che gli augurano una pronta guarigione

 

L’opera culmina con un finale coerente con l’ironia di tutta la rappresentazione, quando le tendine del reparto si scostano, rivelando un pentolone, e il direttore inizia a distribuire pasta alla carbonara ad attori e musicisti, riportandoci col sorriso all’amore per il cibo che ha contraddistinto il M° Donatoni fino alla fine.

 

Ancora una volta Milano Musica ha proposto opere fuori dei canoni, capaci di avvicinare un nuovo pubblico all’ambito culturale della musica avanguardista, rendendola patrimonio di tutti.

 

A cura di Gianluca Ruggeri ed Elena Martina.

 


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