Sanremo 2017: i vincitori, gli sconfitti, e chi pareggia
Scritto da BocconiADMIN il 12 Febbraio 2017
A Sanremo, durante il Festival, il tempo scorre in modo diverso. Una settimana carica di eventi come se fosse un mese, ma che passa rapida come un momento. L’unità di misura del tempo non sono i minuti o i giorni, ma le canzoni. Dalle radio, dalle cuffie o dalle casse dei nostri cellulari, sono le canzoni a scandire l’andare delle giornate.
Parlando proprio delle canzoni in gara, in questo Festival ne abbiamo avute di meravigliose e cariche di significato, e di totalmente vuote. Questa edizione è stata un continuo oscillare tra la grande bellezza e l’infinita banalità; hanno salvato o guadagnato una certa credibilità solo coloro che si sono presentati al Festival perché avevano qualcosa da dire. Mai come quest’anno, forse, è stata evidente la differenza tra le canzoni che avevano bisogno del Festival e quelle di cui il festival aveva bisogno.
Come se fosse una sfida, non contro altri artisti, ma contro se stessi, abbiamo deciso di dividere i campioni in vincitori, sconfitti e coloro che hanno pareggiato.
I vincitori
Ermal Meta, che porta a casa il terzo posto ed il premio della critica, inevitabilmente è uno dei grandi vincitori di questo festival. Un talento che negli anni si è guadagnato, sgomitando, un posto tra i Big italiani, quelli veri. Come testimonia “Vietato Morire”, Meta è capace di unire testi profondi ed ispirati a melodie capaci di valorizzarli e renderli accessibili. Il premio ricevuto nella serata delle cover manifesta anche le sue raffinate doti di interprete.
Paola Turci non poteva rilanciare la sua carriera e riprendere l’attenzione che si merita in modo migliore. Canzone grintosa che canta un amore per se stessi che non è per nulla egoismo, un look sempre capace di unire sensualità ed eleganza ed una voce corposa che può fare la qualsiasi, come testimonia il secondo posto nella serata delle cover. Abbiamo avuto modo di ascoltarla ad uno show case acustico di Radio Italia e, a causa di piccoli problemi tecnici, ha finito di cantare “Volo così” a cappella, accompagnata solo dal battito dei suoi piedi. Abbiamo ancora la pelle d’oca.
Fiorella Mannoia è stata da subito la vincitrice annunciata del Festival; dopo la prima esibizione noi ci siamo commossi ed è stato un grande climax ascendente, fino all’esibizione dell’ultima sera. Erano anni che un artista non portava una canzone così bella e così semplice, alla portata di tutti. Indipendentemente dalla classifica, è chiaro che questo pezzo non gareggia con i brani di questa edizione, ma con i grandi classici di Sanremo. In Sala Stmpa non sembrava di assistere alla semplice esibizione di un Big, ma a quella di un pezzo storico, come se qualcuno cantasse “Almeno tu nell’universo”, “Quello che le donne non dicono” o “Come saprei”. La Mannoia, con questa partecipazione, ha ricordato a tutti, giovani e non, che non ce n’è per nessuno. La ricorderemo per molto, moltissimo. Sanremo 2017 è suo ed il secondo posto può accompagnare solo.
Francesco Gabbani ha avuto la genialità di unire una canzone dal testo intelligente ad un balletto che rimane in testa. La scimmia e le esibizioni sono la ciliegina sulla torta. L’ironia vince e la capacità di svecchiare il palco l’ha portato sul gradino più alto del podio. Ci piacerebbe pensare che la vittoria sia dovuta alla canzone, ma non siamo così ingenui che la scimmia ha avuto un ruolo fondamentale.
Tra i vincitori vanno inseriti sicuramente anche Bianca Atzei, che ha dimostrato che ha la voce giusta per dire le cose, basterebbe avercele, queste da dire. Si è conquistata la Top Ten lottando con i denti e per noi se l’è meritata, come testimonia anche il terzo posto su iTunes. Forse anche la commozione durante l’esibizione di venerdì sera l’ha aiutata; noi ci abbiamo parlato poche ore prima, e vi possiamo assicurare che le lacrime erano sincere, frutto di una grande stanchezza e della sensazione che “Ora esisti solo tu” ricalcasse perfettamente le sue emozioni e i suoi sentimenti. Michele Bravi era dato per finito, eppure si è preso un quarto posto grazie ad un personaggio che funziona, una canzone ben scritta e l’affetto di una fan base che lo adora e l’ha portato avanti. Ha rilanciato una carriera e l’ha fatto bene.
Chi ha concluso in pareggio
La maggior parte dei cantanti è riuscita a partecipare al Festival senza che fosse necessario, non tanto per noi, sia chiaro, ma proprio per loro. Sentivamo l’esigenza della canzone di Michele Zarrillo? Di un’ennesima brano di Alessio Bernabei? Noi pensiamo di no. Discorso diverso va fatto per Elodie e Sergio; entrambi si sono presentati con una canzone non all’altezza delle loro voci e delle loro doti interpretative.
Per Lodovica Comello (per gli amici, come noi, Lodo) la situazione è ambigua, perché da lei nessuno si aspettava il pezzo della vita, però obiettivamente poteva andare ben meglio per lei; la sua “Il cielo non mi basta” si fa canticchiare, ma è fuor d’ogni dubbio che potesse affrontare il Festival con un brano più consistente. Giulia Luzi e Raige non avevano nulla da perdere, e hanno inoltre il merito di aver portato una canzone di cui questa edizione aveva bisogno, anche solo per spezzare la lunga carrellata di ballad che erano presenti. A metterli in difficoltà è stato il poco successo riscosso nel pubblico di Sanremo, ma la canzone non meritava certo l’immediata eliminazione. Marco Masini risulta non pervenuto, non per la qualità del brano, sia chiaro, ma perché sicuramente quel palco non era il più adatto per presentare un pezzo di quel genere e con quelle sonorità.
Samuel si è presentato con un progetto veramente valido, ma il brano presentato strizza troppo l’occhio alle radio e sicuramente non è il migliore per rappresentare il grande lavoro che ha fatto e continua a fare. Anche Fabrizio Moro aveva un brano di per sé non male, ma le esibizioni, seppur buone, non sono sempre state all’altezza e hanno finito per penalizzarlo; “Portami via” è sicuramente uno dei migliori pezzi in gara quest’anno, eppure se pensiamo ad “Acqua”, “Sono solo parole” e altri brani scritti da lui, ci si rende conto che, quanto a capacità, sarebbe stato all’altezza del podio. Con “Portami via”, onestamente, non lo era. Un discorso simile vale anche per Clementino.
Gli sconfitti
Gli sconfitti sono quelli a cui il Festival stesso ha dato questo appello, ovvero gli eliminati – eccezion fatta per Giulia Luzi e Raige, di cui sopra. Albano avrebbe dovuto capire che non era il caso di tornare al Festival nelle sue condizioni: pezzo mediocre e voce troppo poco precisa. Gigi D’Alessio ha riproposto l’ennesima canzone alla Gigi, però questa volta non è bastato; forse sarebbe il caso di tentare un cambiamento, altrimenti evitare di esporsi così tanto.
Nesli e Alice Paba sono invece riusciti nell’ardua impresa di portare un brano vergognosamente inutile, tanto inutile da non esserci rimasto in testa nemmeno dopo tanti ascolti; ci viene difficile pensare che la penna sia la stessa de “La fine”, “Andrà tutto bene” e “Dimentico tutto”. Giusy Ferreri per noi è un tasto dolente. Adoriamo la sua voce scura come il petrolio, ma il brano probabilmente non era adatto; se fosse uscito come singolo in radio in qualsiasi altro periodo dell’anno avrebbe avuto successo, ma sul palco dell’Ariston, nonostante la grinta nell’interpretazione, non aveva senso. Opportunità sprecata che pone un grande punto interrogativo sui risultati di un nuovo album che potrebbe essere decisivo per il suo futuro.
Ron è stato un po’ un Michele Zarrillo che ha sentito di più la poca vicinanza con i giovani; probabilmente ha sfruttato il festival per pubblicizzare l’album “La forza di dire sì” (gli incassi saranno devoluti in beneficenza), ma la canzone non era particolarmente forte.
Per noi, però, la vera sconfitta del festival è Chiara. È circa tre mesi che ripete che ha trovato se stessa e che ha cambiato modo di fare musica, millantando una maturità finalmente trovata, come per rilanciare la sua carriera. La verità è che la troviamo esattamente lì dove l’avevamo lasciata; anzi, forse ha pure fatto qualche passo indietro. Senza tanti fronzoli, diciamo che avremmo avuto più piacere a vedere lei tra gli eliminati e la Ferreri in finale.
Il Festival di quest’anno non lo dimenticheremo facilmente, tanto per l’esperienza strepitosa che ci ha donato, quanto per le canzoni che, con una certa facilità e per motivi diversi, ci sono entrate nel cuore.
Il festival è finito; andate in pace.
Massimiliano Micali