Sziget Festival – day 4
Scritto da BocconiADMIN il 16 Agosto 2015
Quarto giorno. Primi segni di cedimento. Mentre scrivo queste parole cerco di mettere in ordine gli eventi di ieri ma mi viene difficile. Il cervello non riesce a carburare. Ho bisogno di caffè e fosforo.
Sì, è faticoso scrivere, però credo che questa sensazione di ebbrezza faccia parte del Sziget. Vissuta da semplice Szitizen – “cittadino” del festival – che non deve fare altro che svaccarsi, saltare, ballare, divertirsi, cantare tutto il giorno, questa sensazione è la cosa più bella del mondo.
Iniziamo a muoverci per mangiare qualcosa soltanto alle 14. Io ho deciso che questo giorno me lo prendo con calma, senza alcun pensiero. L’unico impegno che ho è alle 15 all’Hungarikum Village per una conferenza stampa con il board del Sziget Festival. Scopro che anche quest’anno il festival ha battuto il record dell’anno scorso con almeno 430mila visitatori in tutta la settimana. Dico “almeno” perché la settimana non si è ancora conclusa e i numeri sono basati sui biglietti già venduti, senza contare i visitatori che compreranno il biglietto all’ingresso.
Finita la conferenza, faccio una passeggiata. Mi avvio verso la parte nord dell’isola con la mia pistola ad acqua per spruzzare a caso addosso alle persone. Vicino al Colosseum c’è uno schiuma party perenne, però il sole sta già calando e per paura di soffrire il freddo mi riprometto di farlo il giorno seguente (oggi). Nel frattempo continuo a spruzzare acqua mista a birra su persone a caso. Giuro che non è colpa mia: è stata una ragazza francese a mettere della birra nel serbatoio a mia insaputa!
Mi viene in mente ad un certo punto che sta per iniziare il concerto dei Major Lazer. Non impazzisco dalla voglia di andare a vederli perché avevo deciso di volere una giornata calma, ma siccome mi trovo praticamente di fianco al Main Stage decido di andar lì per vedere come sono. Non l’avessi mai fatto. Rimango lì per un’ora e mezza a saltare ininterrottamente e facendo attorno a me un lago di sudore. Una ragazza ucraina tanto gentile e tanto carina vedendomi molto surriscaldato mi fa vento con il suo ventaglio.
Non mi aspettavo così tanta energia dai Major Lazer. Me li immaginavo soltanto un po’ tamarri, ma mi stanno facendo divertire così tanto che penso li andrei a rivedere di nuovo. Ci fanno correre a destra e a sinistra, ci fanno lanciare le magliette in aria, ci fanno abbracciare le persone che ci stanno intorno. I Major Lazer sanno decisamente come intrattenere una folla. O meglio Jillionaire sa come intrattenere una folla. Diplo fa la velina, l’unica cosa che fa è togliersi la maglietta per mettere in bella mostra i suoi muscoli. Comunque sia: bravi, hanno fatto divertire meglio di chiunque al festival una folla di 80mila persone.
Alle 21:15 scappiamo al World Music Stage per sentire Goran Bregovic. Io sono estenuato dal concerto dei Major Lazer quindi compro una sangria da due litri da bere mentre guardo il concerto seduto su una collinetta d’erba. Goran è più vecchio rispetto a quello che si vede nelle foto che si vedono in giro da dieci anni, sempre uguali. Qualche ruga in più, ma la voce è sempre quella. E la reazione del pubblico pure.
Dopo essermi caricato con quei due litri di sangria, verso la fine del concerto parte la sua bellissima versione di Bella Ciao e mi butto nella folla a pogare come se non ci fosse un domani. Quella è la sua ultima canzone, penso. Così ritorno a sedere. Due secondi dopo sento l’incipit di Kalashnikov e sono di nuovo in piedi. Ritorno a pogare ed eccomi di nuovo nel bagno di sudore. Che fatica. Meno male che mi volevo rilassare.
Ma c’è sempre tempo per il relax, così dopo aver fatto un altro po’ di baldoria mi dirigo verso il posto migliore dove rilassarsi: la spiaggia. Sdraiato per terra ascolto della rilassante musica lounge e l’ultimo ricordo che ho prima di addormentarmi è l’applauso che parte dopo che il DJ mette Brain In A Bottle di Thom Yorke.