Una finestra sul mondo – parte 2

Scritto da il 6 Ottobre 2016

Risvegli faticosi. Una brezzolina che entra dalla finestra…fredda.

Dlin Dlon. Sono le 8.30. Maledetta sveglia, ma è ora di andare.

Colazione in centro, veloce veloce perché il tempo stringe.

10.45, cortile del Castello Estense (ancora tu?). Ritorniamo dov’eravamo ieri a quest’ora per un buon motivo: si tratta sempre di Anna Maria Giordano e Radio3 Mondo, con il titolo “Parole coraggiose” a riassumere il collegamento tra le storie che sarebbero state raccontate a breve sul palco. Tre ospiti per tre continenti diversi: James Palmer descrive la situazione dei media in Cina e la situazione di scarsa libertà di informazione in cui si trovano (stima addirittura che la condizione attuale sia la peggiore dai fatti di Piazza Tienanmen, quasi una nuova  rivoluzione culturale); la giovane Bertha Isabel “Bertita” Caceres racconta la battaglia della sua comunità locale contro la costruzione di una diga che avrebbe distrutto l’equilibrio ambientale della zona, opposizione per la quale sua madre era già stata assassinata (l’Honduras è il paese al mondo con più omicidi di attivisti per l’ambiente all’anno); Osiame Molefe, sudafricano, descrive il suo progetto “Collective Media”, una cooperativa di giornalisti nata con l’obiettivo di lottare contro ogni forma di censura e favorire il pluralismo nei media in Sudafrica, dove c’è molta omologazione tra le grandi testate e anche una certa avversità ad affrontare concetti come l’omofobia e il razzismo. Sono testimonianze che lasciano il segno, così come gli intermezzi dei Trinacria Express, jazz band di talento nata grazie alla comune frequentazione del Conservatorio di Ferrara.

14.00, Teatro Comunale. Probabilmente uno degli eventi più sentiti, con un titolo molto evocativo: “Muri, rifigiati ed egoismi nazionali”. La conferenza prevedeva ospiti di altissimo profilo, a partire da Stefano Manservisi (direttore DEVCO, Directorate General for International Cooperation and Development dell’Unione Europea) e Loris De Filippi, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia. A fornire una valida misura di confronto, sono stati chiamati Andrea Böhm (Die Zeit) e Nicolas Malkoutzis (Kathimerini English). Tanti i temi presi in considerazione: dal referendum ungherese contro l’accoglienza dei migranti (poi incapace, il giorno seguente, di raggiungere il quorum), che veniva definito da Manservisi come “una deriva antidemocratica”, alla necessità di sforzarsi per trovare una soluzione ai flussi migratori, con De Filippi che ricordava la bassissima proporzione di migranti per abitante in Europa. Com’è possibile che 500 milioni di abitanti non siano in grado di accogliere qualche centinaio di migliaia di profughi? Dov’è il problema dunque? Manca di volontà di agire, o veramente non ci sono le possibilità tecniche ed economiche? La Böhm e Malkoutzis hanno poi cercato di evidenziare gli effetti sulla politica interna dei flussi migratori, e i conflitti di interesse che devono affrontare i partiti di governo quando chiamati a decidere sul dare la priorità ad un impegno più europeista volto a definire regole chiare per tutti, oppure seguire una visione di breve periodo finalizzata al successo elettorale.

Oltre alla discussione, che ha cercato di essere il più possibile concreta, merita di essere premiata la scelta degli organizzatori di portare sul palco i vignettisti Mauro Biani, Marco Tonus e Marilena Nardi, che hanno realizzato opere in diretta consentendo al pubblico un certo grado di astrazione e coinvolgimento emotivo.

[Si ringrazia per la gentile concessione l’autrice Marilena Nardi e la Commissione Europea, organizzatrice dell’evento]

 

E poi?

 

 …

 

No, aspetta, è tutto finito?

Eh si, è ora di andare. Sono circa le 18 e anche l’edizione 2016 del Festival di Internazionale sta per chiudere i battenti, dopo averci lasciato molte idee su cui riflettere e lavorare. Tempo di prendere la valigia, dunque, e avviarsi per la strada del ritorno.

A chiusura di questo poema epico travestito da reportage giornalistico, prendo in prestito questa frase da Paul Mason, poche parole che esprimono un concetto bellissimo.

“Even if we are starving, remember that information workers are doing an amazing job!”

(Paul Mason)

 

Questo è giornalismo.

 

Arrivederci al 2017, Ferrara.

 

 

Giacomo Corongiu


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