Carmen Consoli e l’abitudine di brillare
Scritto da BocconiADMIN il 23 Gennaio 2016
Dopo la conclusione del tour estivo che l’ha vista protagonista nelle città di tutta Italia, dopo la brillante esibizione londinese al Meltdown Festival di David Byrnee, dopo l’annullamento del tour europeo di fine anno a causa dei fatti di Parigi che l’hanno sconvolta non poco (dato che quella maledetta sera di novembre anche lei si trovava a Parigi), la magnifica e bellissima “Cantantessa” torna nei teatri di tutta Italia.
Dopo Foligno e Roma, tocca a Milano ospitare Carmen nell’elegante contesto del Teatro degli Arcimboldi. Prima dell’inizio del concerto, in un teatro sold out, all’improvviso, tutte le luci si offuscano tranne quella che illumina la “Cantantessa”, che apre il concerto con “Sud Est” e “San Valentino”, partorita dall’ultimo album. Sul palco Carmen è accompagnata da altri sette musicisti che compongono quasi un’orchestra intera.
Tra violini, violoncelli e mandolini, le scenografie a tema natura e ambiente accompagnano alla perfezione classici come “Pioggia d’aprile” e “Fiori d’arancio”, nuovi singoli come “Oceani Deserti” e “Ottobre” (stupenda, sembra quasi che la sua voce trasporti la platea tra i vigneti siculi in pieno autunno, quasi si respira il profumo dell’isola).
Ci sono poi i pezzi più popolari come “L’ultimo bacio”, “AAA Cercasi”, “L’eccezione”, “Amore di plastica” e “Parole di burro” che infuocano il teatro; da una canzone all’altra è una standing ovation continua fino alla fine quando dopo “Sintonia imperfetta”, “Geisha” e “A’ finestra” conclude con “Questa piccola magia” (dedicata a suo figlio, Carlo) e parlando di felicità, augura a tutti di trovarla con l’ultimo pezzo della serata “Quello che sento”.
Una volta in occasione delle tre serate sold out a Central Park, il “New York Times” disse di lei:
“Magnifica combinazione tra una rocker e un’intellettuale… Una voce piena di dolore, compassione e forza”.
Non sarò un famoso critico o un grande esperto, però oggi, dopo averla sentita per la seconda volta nella mia vita non posso dire il contrario; ogni canzone è una poesia, accompagnata dalle note della sua chitarra e da quell’orchestra che le dà un tocco in più di rock, che già possiede di suo.
Grazie “Cantantessa”.
A cura di Marco Morreale.