David Bowie, un eroe contemporaneo
Scritto da BocconiADMIN il 11 Gennaio 2016
Eroe. Ma perché eroe?
Di certo non per il suo più celebre singolo!
“The White Duke” aveva già dimostrato di essere un eroe ancor prima di incidere Heroes!
Già dai primi anni ‘60, con la frequentazione di diverse band e l’ossessione per i locali londinesi dove andava a “studiare” il jazz e a capire come si evolveva la società attraverso la musica, arrivando fino alla fine sixties, quando l’uomo metteva piede sulla luna per la prima volta, gli Stones e i Beatles erano già delle icone e David incideva il capolavoro “Space Oddity”; e ancora, tra un album e l’altro, “Hunky Dory” e “Ziggy Stardust”. Fino al 1977, quando l’aria degli Hansa Studios di Berlino Ovest gli permetteva non solo di partorire “Low”, “Heroes” e “Lodger”, ma anche di riavvolgere il nastro e iniziare una nuova vita sia dal punto di vista professionale che umano. Arrivando poi a “Let’s Dance” negli anni ‘80, a “Earthling” negli anni ‘90 e per ultimo, uscito qualche giorno fa, a “Blackstar” (un album che non è per tutti, difficile da comprendere). Lo stile (non solo musicale) che cambiava da un momento all’altro, la capacità di adattarsi all’evoluzione musicale attraverso la sperimentazione di vari generi che vanno dal glam rock al rock sperimentale, dal pop alla dance, dalla new wave all’elettronica ispirata dalla cultura rave.
Era un musicista completo, un intellettuale completo; era adorato perché non aveva paura di essere detestato e come dice Carlo Verdone: “Bowie era la parte colta della musica rock”.
Ecco perché David Bowie è stato e continuerà ad essere un eroe.
A cura di Marco Morreale.