Sziget Festival 2018: 8-9 Agosto

Scritto da il 10 Agosto 2018

I primi due giorni del rinomato festival ungherese hanno certamente ripagato in spettacolarità e organizzazione le prime aspettative delle migliaia di persone giunte sull’Isola.
Il day one è stato il miglior biglietto da visita possibile per la manifestazione, con un main stage perfettamente assortito nella scaletta.
A tagliare il nastro ci hanno pensato i Clean Bandit, gruppo EDM inglese celebre per singoli come Solo e l’evergreen Rather Be.

Nell’act successivo incontriamo un’altra faccia della Terra D’Albione, ovvero la scena grime rap ben rappresentata da Stormzy, introdotto da un DJ Set contenente le migliori hit urban d’oltreoceano.
Finita la carica esplosiva del rapper british, assistiamo a quella che potrebbe essere senza dubbio l’esibizione più sorprendente delle prime due giornate di festival.
La svedesissima Lykke Li, accompagnata da una scenografia curatissima (nel background un magnetico primo piano dei suoi occhi), ha incollato alle sue movenze, alla sua voce sofferta, alle note amare del suo repertorio, buonissima parte del parterre che iniziava ad avanzare di posizioni per godersi meglio l’atto successivo.

Doveva essere un antipasto di qualità prima del pezzo forte, ha invece lasciato i curiosi estasiati dalla forza espressiva del suo set.
Quaranta minuti di ritardo non possono dare granché fastidio a coloro che, invece, erano lì per assistere alla walking legend Kendrick Lamar.
I problemi tecnici, una volta risolti, hanno lasciato spazio a una galvanizzante esibizione del liricista di Compton che, rimbalzando tra brani di tiratura recente e classici intramontabili, ha monopolizzato l’audience serale del festival.

Non così bene si può parlare della lineup del giovedì, già pronosticata come il turno più debole della sette-giorni e incapace di sovvertire nei fatti le aspettative iniziali.
Da segnalare l’ottima performance di Oscar and The Wolf, che avrà sicuramente incentivato molti all’ascolto e alla scoperta, mentre le esibizioni di Apey and the Pea (primi performance locali sul main stage) e di Bonobo sono stati avari di emozioni, al punto di spingere molti presenti del parterre all’esodo verso la Mastercard Arena (il suggestivo stage al coperto che ha ospitato, tra gli altri, i Cigarettes After Sex).
A farla da padrone per l’atto conclusivo del secondo giro di boa sono stati i Gorillaz, la celebre band trip hop di Damon Albarn, già frontman dei Blur.
L’esibizione dei Gorillaz, benché ricca di spunti interessanti (sul palco si sono alternati pure diversi ospiti), non ribalta il giudizio schiacciante sull’assorbimento della scaletta giornaliera, la quale mostra un ampio passo indietro rispetto alla giornata d’apertura.
Il festival, comunque, non si ferma mai, e già nei prossimi giorni avremo lineups di ben altro livello pronte a infuocare l’Isola Obuda.


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