Belli e talentuosi – female edition: Miriam Leone – day 4

Scritto da il 21 Luglio 2016

Siamo giunti a metà del nostro percorso giffoniano e fra le tante esperienze di questo martedì vi riportiamo i momenti migliori di un’intensa e variegata giornata: da Giampaolo Morelli a Miriam Leone passando per il divulgatore scientifico Marco Bianchi.

 “Belli e talentuosi” pt.3: Miriam Leone

Non è possibile restare indifferenti alla solare bellezza di Miriam Leone, classe 1985, quando entra in sala conferenze: è alta, rossa, con un sorriso smagliante, si mostra da subito educata e alla mano.

L’intervista verte esclusivamente sulla vita lavorativa dell’ospite, che è stata indossatrice, modella, conduttrice ed attrice, sia di tv che di cinema; è proprio questo l’ambito che maggiormente la appassiona, in cui spera di restare.
Può farcela: è studiosa, aperta a qualsiasi ruolo, desiderosa di affrontare ogni tipo di sfida, non paralizzata dal timore di restare sempre e solo nei panni della femme fatale, ma fiduciosa di riuscire ad emergere per le qualità che, delle volte, possono essere messe in ombra dalla bellezza.

Miriam Leone racconta il percorso che l’ha portata ad essere, ad oggi, una delle più promettenti giovani artiste italiane, un percorso partito con la vittoria a Miss Italia nel 2008 e culminato con il ruolo di Vittoria Castello nella serie 1993, seguito di 1992, una serie che lei stessa definisce “di nicchia”, non pensata per fare audiens, ma per intrattenere un determinato tipo di pubblico.
Quanto alla conduzione, è un’esperienza a cui fa riferimento con affetto, sia quella di Uno mattina, con il grande Tiberio Timperi, sia quella delle Iene, dove si è inserita, divenendo l’elemento glamour, al posto della Blasi, che era incinta.
La Leone, pur essendo impossibilitata in questo momento, perché impegnata in altri lavori cinematografici, non disdegna un futuro nella conduzione, un’arte particolarmente veritiera e versatile.

Ed è questa l’ultima risposta che fornisce ai giornalisti, essendo attesa per molte, stupende fotografie.

 

Belli e talentuosi pt.4: Giampaolo Morelli

Nonostante il tempo trascorso dagli esordi, Giampaolo Morelli ha mantenuto un certo modo di fare tipico del cabaret: con battute taglienti, sempre pronte e naturali, tiene banco magistralmente in sala stampa, scatenando più volte l’ilarità generale e creando un clima disteso.

A 42 anni, Morelli ha lavorato in ogni ambito dello spettacolo: dalle scene teatrali, ai set cinematografici e televisivi (a cui deve la fama acquistata nel ruolo di Coliandro, l’ispettore di polizia sopra le righe protagonista dell’omonima serie di RAI2) fino alle sale di doppiaggio.

E ai nostri microfoni parla proprio di quest’esperienza, una tantum nella sua carriera, in occasione del film Disney “Rapunzel” (video dell’intervista sulla pagina facebook), in cui da la voce al personaggio di Flynn Rider, doppiato in originale dall’attore canadese Zachary Levi.

A riguardo, ritiene che un attore, diversamente da chi ha nella sala di doppiaggio il suo solito ambiente di lavoro, sia in grado di dare al personaggio che si trova a doppiare una differente caratterizzazione, non migliore ma meno impostata e quindi, delle volte, più realistica, nonostante ponga come premessa il riconoscimento della maestria della Scuola di doppiaggio italiana.

Per quanto riguarda l’ispettore Coliandro (personaggio volutamente senza nome di battesimo), Morelli afferma di sentirsi sempre pronto a riprenderne i panni, dal momento che si tratta di un personaggio in cui si sente totalmente a proprio agio, un ruolo che lo diverte e che spera di poter reinterpretare quanto prima, sempre sotto la direzione dei Manetti Bros, con cui ha collaborato recentemente anche al di fuori del piccolo schermo, per il film dal titolo ancora incerto “Napoli canta e spara”.

Sulla sua vita privata, sempre ai nostri microfoni, Morelli racconta di come abbia interrotto gli studi di Giurisprudenza a pochi esami dalla laurea, scegliendo di perseguire la strada dello spettacolo; una scelta che si è dimostrata vincente.

Ed è così che l’intervista si chiude con un affettuoso saluto a Radio Bocconi.

 

Le mille facce del #GiffoniFilmFestival: Marco Bianchi e l’educazione alimentare

Al Giffoni sono tutti un po’ artisti, anche gli studiosi.
Marco Bianchi si presenta in sala conferenze con il tatuaggio sul braccio in bella mostra e scalzo per sentirsi a proprio agio il più possibile, per conservare l’immagine che da di se su instagram, sia come cuoco che come studioso.
Divulgatore scientifico, cuoco, food blogger, opinionista, ospite, curatore di rubriche importanti, sia sul web che in tv, conduttore di un reality su FOX e molto altro: sono solo alcuni dei profili che possono tracciarsi di questo personaggio che appare cordiale, preparato e disponibile.
Marco Bianchi risponde alle innumerevoli domande poste dai giornalisti, non mostrando mai ossessività, ma prediligendo sempre l’equilibrio per non mortificare l’aspetto gioioso della cucina, ereditato dalla tradizione italiana, ma preservare la salute, sia fisica che mentale.
E’ evidente, fin da subito, la predilezione, da parte dello studioso, della dieta mediterranea, ricca di fibre, di proteine sane, principalmente vegetali o del pesce, grassi buoni e cereali integrali; non demonizza la carne, ma consiglia di limitarne l’apporto settimanale, soprattutto per quanto riguarda le carni rosse; una predilezione che non manca mai di testimoniare, grazie, soprattutto, agli immediati mezzi di comunicazione moderni.
Come risposta ai quesiti sulle “DIETE MODA”, come quella Dukan, quella Lemme, o le diete del gelato e del finocchio, che spopolano su internet, avverte di prestare particolarmente attenzione a regimi alimentari così fortemente sbilanciate che, a lungo andare, oltre a carenze nutrizionali, potrebbero portare allo sviluppo di vere e proprie patologie e consiglia di rivolgersi ad esperti per intraprendere qualsiasi tipo di dieta, in particolar modo le diete vegane, che, se non programmate in maniera accurata, possono risultare particolarmente rischiose per la salute.
Quanto alle nuove allergie, in particolare la celiachia, Marco Bianchi, spiega come esse siano il risultato di un abuso, a livello sociale, di farine ed ingredienti fortemente raffinati, pur mostrandosi contento della sempre maggiore facilità di trovare cibi senza glutine, non dimentica di sottolineare come questa diffusione sembra derivare, più che da una conoscenza, da una moda, una tendenza sociale.
Come non restare affascinati, infine, dal calore con cui, dopo la one to one, saluta RadioBocconi?

 

 


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