Recensione Fast Animals And Slow Kids @ Alcatraz – 18/03/2017
Scritto da BocconiADMIN il 19 Marzo 2017
Se avete sentito in giro che il rock è morto, se non avete digerito la cosa e pensate che ci sia qualcosa che non vi hanno detto, se l’ultima volta che avete pensato la parola “partecipazione” stavate ascoltando una canzone di Gaber, fatevi un regalo: andate a sentire i Fast Animals and Slow Kids.Noi lo abbiamo fatto ieri sera, all’Alcatraz, e io sto ancora tremando dall’entusiasmo.
Hanno aperto i Labradors, seguiti dai GOMMA (li avevamo visti al Magnolia e qui sotto potete ascoltare il live per intero), ed entrambi i set sono stati all’altezza dell’occasione.
I FASK salgono sul palco pochi minuti prima delle 11 e fino alla fine ci regalano uno show che è una bomba.
Si parte con “Asteroide”, ma da subito si alternano brani da “Forse non è la felicità” al meglio dei primi due album, compresi pezzi che avrò sentito al massimo un paio di volte prima del concerto, e di cui mi ritrovo a cantare i testi dopo mezzo ritornello, quasi inconsciamente. Lasciano il segno “Fiumi di Corpi”, dedicata ad Elvis Costello, e “Tenera età”. L’Alcatraz non è pieno zeppo, ma il concerto è coinvolgimento puro, e il pubblico si muove con energia dalla prima fila fino al mixer. Qualcuno si butta nel pogo e qualcun’altro, più ai margini, semplicemente se la balla, ma tutti sono estremamente presenti. Faccio così anche io, e mi muovo tra gli enormi e frequenti circle pit, e ogni tanto torno indietro, tra chi si bacia, chi si abbraccia e chi si spoglia. Una festa incredibile che si consuma un pezzo alla volta, esplode con “Troia” e “Maria Antonietta” che prima di partire vede Aimone scendere dal palco con due birre e raggiungere attraverso un corridoio creato dal pubblico il mixer, “Devo farmi una birra col mio amico Andrea”. Si ha la netta e meravigliosa sensazione che quelli sul palco siano quattro ragazzi come gli altri, come quelli sotto al palco, come me, e non c’è confine. Sono proprio loro a ripeterlo: se qui sopra ci stiamo suonando noi, allora potete farlo anche voi, basta prendere le persone a cui volete davvero bene e mettervi a suonare. E sembra che anche solo stare davanti a loro a cantare, sia un po’ come condividere quel privilegio. Poi salgono sul palco i Ministri e iniziano a suonare i Nirvana, ed è un delirio.
Chiudono la prima parte del concerto con “Annabelle”.
Il bis si apre con Appino che sale sul palco e come forse sognava da un po’ annuncia “Noi siamo i Fast Animals and Slow Kids, e veniamo da Perugia”. L’avranno ripetuto almeno quattro volte, lo fanno sempre.
Dopo gli innumerevoli “Vaffanculo” di Aimone, piazzati tra un discorso e l’altro, gli Zen non potevano che prestarsi a suonare con loro “Andatevene tutti affanculo”, in una versione rockeggiante senza la chitarra acustica di Appino, che però non rinuncia all’armonica a bocca, e che racconta emozionato di quando nel 2010 a Perugia condivisero per la prima volta il palco. Si mette a gridare “Si può fare, si deve fare!”, lo ripete e poi tutti insieme chiudono il brano in crescendo.
“Gli ultimi tre pezzi” dice Aimone prima di iniziare “Come reagire al presente”, “Ricordatevi di noi fra trent’anni che avremo bisogno di voi. Sarete l’orgoglio di tanti, ma solo un appiglio per noi. Come, reagire, davvero, al presente”. I ringraziamenti sono lunghi, veri e sentiti. L’ultimo pezzo è la ciliegina sulla torta, il pubblico si stringe sotto il palco a cantare “Forse non è la felicità”, con le maglie sudate, i capelli bagnati e la voce che gratta.
Scordatevelo che il rock è morto.
Forse c’è stato qualche problema tecnico, forse il suono non era perfetto, ma forse è stato meglio così. I FASK si sono mangiati il palco il pubblico e il suono.
Uno dei concerti più divertenti che abbia mai visto.
Forse non è la felicità, ma per me ha lo stesso odore, e ieri sera è bastata alla grande.
Recensione a cura di Mattia Sofo
Qui trovate le foto di Via Audio, e questa è la scaletta:
Asteroide
Giorni di gloria
Calci in faccia
Combattere per l’incertezza
Fiumi di corpi
Tenera età
Ignoranza
Il mare davanti
Montana
Capire un errore
11 giugno
Troia
Maria Antonietta
Territorial Pissings + I Ministri (Nirvana cover)
Coperta
Annabelle
Encore:
Andate tutti affanculo + Zen Circus
Come reagire al presente
A cosa ci serve
Forse non è la felicità